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Un anno in trincea su debiti Pa e burocrazia
Via ai pagamenti dopo mesi di pressing, sì all'intesa sulla produttività, ora nuovo round sulle semplificazioni

Più liquidità alle imprese, strette nella morsa del credit crunch: una battaglia giocata su più fronti, primo fra tutti il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, con il decreto in via di approvazione al Senato. La sfida della produttività, per superare quel gap di oltre 20 punti che ci divide dalla Germania, spostando il baricentro sempre di più in azienda, come prevede l’accordo firmato a novembre dell’anno scorso, che detassa gli aumenti salariali che consentono all’impresa di essere più produttiva. Passando per il pressing su quella che Giorgio Squinzi ha sempre definito la madre di tutte le riforme: la semplificazione burocratica e normativa.
Nel primo anno di presidenza di Confindustria, Squinzi si è impegnato a 360 gradi, con l’obiettivo di puntare alla crescita del paese e al rilancio del manifatturiero. Un impegno necessario, di fronte ai numeri della crisi: un Pil nel 2012 a -2,4% e una previsione sempre negativa anche per quest’anno.
Li ha riepilogati ieri pomeriggio, in apertura dell’assemblea privata di Confindustria, facendo una sintesi del lavoro delle varie aree di competenza delle vice presidenze, con esplicito ringraziamento ai componenti della squadra. Una lunga analisi di tutte le questioni affrontate, dei risultati raggiunti e delle azioni ancora a metà strada, inciampate, come la delega fiscale, nell’ingorgo di fine legislatura ma su cui già si sta ricominciando a lavorare.
«Serve un ripensamento della tassazione sulle imprese. È una battaglia fondamentale che stiamo combattendo», ha detto Squinzi ieri. Così come ha rassicurato i 3mila delegati che, davanti al presidente del Consiglio e agli altri ministri, nell’assemblea pubblica di oggi ribadirà «con determinazione» che devono essere restituiti alle aziende i fondi per la cassa integrazione. «Non si può pensare di attingere solo ed esclusivamente dalle risorse delle imprese», è la posizione di Squinzi, ricordando comunque che, grazie al pressing di Confindustria, il prelievo è stato inferiore del previsto e il governo si è preso l’impegno di assicurare entro la fine di agosto l’intera deducibilità dell’Imu dall’imposizione a carico delle imprese.
Battaglie combattute dentro i confini, ma con lo sguardo rivolto anche all’Europa: da «europeista convinto», Squinzi in questi 12 mesi è volato spesso a Bruxelles, lavorando con i commissari europei perché si arrivi, accanto al «fiscal compact», anche ad un «industrial compact» per mettere crescita e manifatturiero al centro delle politiche europee, con l’obiettivo di portarne il peso al 20% del Pil. Industria, ma anche ambiente e un diverso assetto istituzionale della Ue, che porti verso gli Stati Uniti d’Europa. Ieri Squinzi si è anche complimentato con il past president, Emma Marcegaglia, per la nomina a presidente di BusinessEurope, le confindustrie europee.

LIQUIDITÀ DELLE IMPRESE E CREDITI VERSO LA PA

Debiti arretrati da smaltire al più presto

S ui pagamenti della Pa, grazie anche al supporto del Presidente della Repubblica, è stato ottenuto lo stanziamento di 40 miliardi. Un primo passo rispetto ai 91 miliardi di debiti, ma Confindustria, come ha detto ieri Giorgio Squinzi, non smetterà di agire sul governo, finché tutto non sarà smaltito. È positivo che siano già state assegnate alle amministrazioni risorse per oltre 14 miliardi. Ha rivendicato come frutto del pressing di Confindustria il recepimento, prima della scadenza, della direttiva Ue sui termini di pagamento. Per affrontare l’emergenza credito Confindustria ha lavorato per ridurre l’impatto di Basilea 3 sulle Pmi, come previsto dalla direttiva che recepisce Basilea 3. È stato prorogato al 30 giugno l’accordo con le banche sulla moratoria (sospese oltre 330mila operazioni per circa 18 miliardi di rate). Si stanno studiando nuove misure per sostenere le Pmi, anche con forme di finanziamento alternativo al credito bancario. Ottenuti il rifinanziamento del Fondo di garanzia e interventi per la patrimonializzazione dei Confidi.

PRESSIONE FISCALE

In cima alla lista la riduzione del cuneo fiscale

R iduzione del prelievo fiscale, fisco per favorire gli investimenti, razionalizzazione del sistema e miglioramento del rapporto fisco-imprese: sono le tre direttrici su cui è mossa Confindustria. Ridurre il cuneo fiscale è una delle priorità per ricominciare a crescere. La legge di stabilità, ha ricordato ieri Squinzi, ha proseguito la graduale riduzione del cuneo fiscale Irap per un importo equivalente, a regime, ad 1 miliardo all’anno. Nella stessa direzione va la detassazione Irpef della parte di salario legato alla produttività. Altro impegno di Confindustria, sottoposto al governo e su cui è stato presentato un complaint alla Commissione Ue, è la responsabilità solidale fiscale. È stato avviata una collaborazione con l’Agenzia delle entrate per migliorare il rapporto tra fisco e contribuente, anche con incontri sul territorio. Inoltre si continuerà il pressing sulla delega fiscale, non approvata nella precedente legislatura. Già si è ripreso a lavorare e ci sono segnali perché possa essere approvata a breve.

SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA E AMMINISTRATIVA

Avanti su lotta alla burocrazia e nuovo titolo V

Semplificazione, amministrativa e normativa. Per evitare gli slalom tra gli ostacoli, con impatto negativo su crescita e investimenti. La Confindustria di Squinzi si è spesa su questo tema e a ridosso dell’assemblea è stato inviato al governo un «corposo» pacchetto di proposte che riguardano le aree dove si registrano i maggiori oneri per chi fa impresa: ambiente, infrastrutture e appalti, fisco, edilizia, paesaggio, salute e sicurezza sul lavoro, previdenza. Le politiche di semplificazione non potranno portare risultati efficaci senza una riforma del Titolo V della Costituzione, su cui il presidente Squinzi in questi mesi ha incalzato il governo. A questo impegno si aggiunge il tema dell’innovazione digitale, su cui Confindustria sta lavorando per sensibilizzare le imprese all’uso dei servizi digitali ed implementare gli indirizzi dell’Agenda digitale europea. E quelli della giustizia e della legalità. Tra le iniziative il rinnovo del protocollo con il ministero dell’Interno sul rating di legalità.

RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA

Nel futuro gli Stati Uniti  d’Europa

B isogna andare verso gli Stati Uniti d’Europa. Da europeista convinto Squinzi ha lavorato molto a Bruxelles, non sono su singoli dossier, come industria e ambiente, ma per affermare una visione diversa dell’Italia, paese con imprese di grande valore e un’economia dai fondamentali sani, pur in forte difficoltà. Per crescere bisogna puntare sulle eccellenze: e quindi sul manifatturiero. Negli incontri con i Commissari Ue, ma anche nell’ambito di BusinessEurope, la Confindustria europea, Squinzi ha lavorato per il riconoscimento del ruolo primario dell’industria manifatturiera. Inoltre è stato scongiurato l’aumento del prezzo delle quote Co2 nel sistema emissione trading, rilanciato il tema dell’indicazione di origine dei prodotti destinati al consumo. Inoltre grazie al lavoro di Confindustria è stata favorita una riforma della politica di coesione che andrà a beneficio sia del Mezzogiorno che del Centro Nord. Considerata l’importanza della Ue, è stata rafforzata la delegazione confindustriale a Bruxelles.

LAVORO E WELFARE

Con la legge Fornero troppe rigidità

È stato designato presidente di Confindustria proprio mentre era in via di definizione la legge Fornero sul mercato del lavoro. E si è dovuto subito impegnare per attutire l’irrigidimento sulle modalità di ingresso nel mercato del lavoro. Modifiche apportate «grazie al nostro intervento, ma ancora ampiamente insufficienti», è l’analisi di Squinzi, fiducioso su ciò che potrà fare il nuovo ministro del Lavoro. «Siamo sulla stessa barca», sono le parole spesso usate dal presidente di Confindustria: importante risultato l’accordo sulla produttività, firmato il 21 novembre scorso, e successivamente quello interconfederale di aprile, che affermano due principi, sul legame tra salario e produttività, contrattato a livello aziendale, e la possibilità di agire sull’orario, anche in assenza di rappresentanza sindacale. Sul welfare si sta lavorando per estendere forme di solidarietà intergenerazionale. Sulla sicurezza sul lavoro sono stati lanciati una serie di progetti speciali che hanno coinvolto tutto il sistema.

SVILUPPO E RETI D’IMPRESA

Il costo dell’energia va ridotto

E nergia come argomento prioritario, dato che da noi costa oltre il 30% in più che nei paesi concorrenti. E quindi impegno nel seguire il processo di liberalizzazione del mercato del gas naturale, del mercato elettrico, con il risultato dell’approvazione del decreto sulle imprese ad alta intensità energetica, definendo l’energivorità in base non ai consumi ma all’incidenza dei costi sul fatturato.
Accanto a questo tema, il rilancio delle infrastrutture e dei trasporti, con la battaglia per favorire il project bond e la collaborazione tra pubblico e privato. Un modo per rilanciare il settore dell’edilizia e complessivamente l’industria, in una logica che non vuole aiuti ma incentivi alla ricerca e all’innovazione, con strumenti automatici come il credito d’imposta.
Se la domanda interna è fiacca occorre andare all’estero: quindi spinta all’internazionalizzazione e rafforzamento delle Pmi, da realizzarsi anche con le reti di impresa. Finora ne sono state stipulate 800, coinvolgendo 4mila imprese.


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