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Tassa sulle sigarette elettroniche e acconti fiscali (Irpef, Irap e Ires) più salati per coprire il rinvio dell'Iva

Il rinvio dell’Iva grava sulle sigarette elettroniche e, in misura più consistente, sugli acconti Irpef, Irap e Ires dovuti nel 2013. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera al differimento di tre mesi dell’aumento di un punto percentuale (dal 21 al 22%) dell’aliquota Iva, che sarebbe scattato dal 1° luglio, al 1° ottobre. «In Parlamento – ha precisato il premier Enrico Letta durante la conferenza stampa al termine della seduta – si verificherà insieme alle commissioni parlamentari la possibilità di un ulteriore differimento dell’aumento dell’Iva» preludendo così allo slittamento di altri tre mesi, fino al 1° gennaio 2014, per affrontare la rivistazione della materia nell’ambito dell’approvazione della legge di stabilità.

Le sigarette elettroniche 
Per la copertura necessaria a questo primo slittamento – grosso modo un miliardo, nel dettaglio: 864,6 milioni per il 2013; 117 milioni per il 2014; 112 milioni per il 2015; 51 milioni per il 2016 e un milione di euro a decorrere dal 2017 – nella bozza di entrata del decreto il governo ha dunque previsto due tipi di intervento. Il primo sulle cosiddette e-cig, le sigarette elettroniche: «I prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati – si legge nella bozza in possesso del Sole 24 Ore – nonché i dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo, sono assoggettati ad imposta di consumo nella misura pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita al pubblico».

Gli acconti fiscali 
Quanto agli interventi fiscali, decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, la misura degli acconti Irpef e Irap, è fissata al 100 per cento (ora è al 99%). Per l’Irpef, nel 2013, si precisa nella bozza, questa previsione produce effetti esclusivamente sulla seconda o unica rata di acconto, «effettuando il versamento in misura corrispondente alla differenza fra l’acconto complessivamente dovuto e l’importo dell’eventuale prima rata di acconto». Per chi si avvale dell’assistenza fiscale, saranno i sostituti d’imposta a trattenere la seconda o unica rata di acconto tenendo conto dell’aumento. 
Per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, inoltre, la misura dell’acconto dell’Ires, imposta sul reddito delle società, è aumentata dal 100 al 101 per cento. In questo caso, la norma disposizione produce effetti esclusivamente sulla seconda o unica rata di acconto, effettuando il versamento in misura corrispondente alla differenza fra l’acconto complessivamente dovuto e l’importo dell’eventuale prima rata di acconto.
Infine, per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013 e per quello successivo, il versamento di acconto dovuto dagli istituti di credito sulle ritenute dovrebbe essere fissato nella misura del 110 per cento (qui, per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013, la disposizione produce effetti solo sulla seconda scadenza di acconto, effettuando il versamento in misura corrispondente alla differenza fra l’acconto complessivamente dovuto e l’importo versato alla prima scadenza).

Coperture
Intanto nel primo pomeriggio il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, ha spiegato che la copertura delle misure sul lavoro e sul rinvio dell’aumento dell’Iva «c’è, è reale e con risorse certe» ma bisognerà aspettare domani per avere il testo per i dettagli. «La copertura del rinvio dell’aumento dell’Iva – ha detto – non prevede incrementi fiscali. C’è solo un intervento sulle sigarette elettroniche».


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