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«Riforma dell'Imu possibile in un mese»
Letta-Saccomanni, vertice sulle risorse

Togliere l’Imu sulla prima casa «entro il 31 agosto». E poi «evitare che l’aumento dell’Iva sia solo sospeso e che abbia invece una sua durata». Tutto questo perché «noi», e cioè il Pdl, «siamo al governo come presidio e come fortino anti-tasse».

Ad aprire un altro fronte all’interno di governo e maggioranza stavolta è Angelino Alfano. Perché le parole che il vicepresidente del Consiglio pronuncia ieri pomeriggio da Lampedusa, infatti, innescano all’interno delle «larghe intese» l’ennesimo cortocircuito. Che vede, dai due lati opposti della barricata, Pd e Pdl. Alfano ascrive soprattutto al suo partito il merito dell’operazione, che a suo dire andrà in porto, della cancellazione della tassa sulla prima casa e della riduzione dell’Iva. Perché non c’è solo la battuta sul Pdl «presidio e fortino anti-tasse». Ma anche una premessa: «Noi siamo portatori dentro il governo di una ricetta liberale. Che è meno spesa pubblica per ottenere meno tasse».

Il vicepremier inserisce la ricetta del Pdl in un contesto più ampio. Che parte dal recente passato. «A giugno si doveva pagare la prima rata dell’Imu e non si è pagata. A luglio doveva partire l’aumento dell’Iva e non è partito. Ora – è l’avviso di Alfano per il futuro – serve fare altri due passi. Entro il 31 agosto bisogna togliere l’Imu sulla prima casa e poi evitare che l’aumento dell’Iva sia solo sospeso».

Ma le parole di Alfano non vanno giù al Pd. Che con Matteo Colaninno, fresco di nomina a responsabile Economia del partito, ribatte colpo su colpo. «Ancora oggi il Pdl continua un atteggiamento francamente insopportabile. Una doppia sceneggiatura», aggiunge Colaninno, «di chi sta al governo con vicepremier e ministri di massimo rango e contemporaneamente gioca a insinuare dubbi, criticarne l’operato e ad arrogarsi, nello stesso tempo, meriti dell’esecutivo medesimo». Francamente, è la chiosa in cui l responsabile Economia si produrrà in serata, «ci siamo rotti le scatole di un comportamento del genere…».

Me mentre infuria l’ennesima tempesta tra Pdl e Pd, nel chiuso delle stanze di Palazzo Chigi, Enrico Letta ha incontrato Fabrizio Saccomanni. Non prima che il Tesoro smentisse, bollandole come ipotesi «destituite di ogni fondamento», le indiscrezioni sul prelievo forzoso sui conti correnti apparse ieri su un quotidiano e rimbalzate sui social medi a . Non è stato un semplice punto della situazione all’indomani del Consiglio europeo, quello tra i due. Al contrario, durante il faccia a faccia col premier, il ministro dell’Economia si sarebbe mostrato possibilista sull’anticipazione a prima di agosto della riforma dell’Imu. La strada è stretta ma percorribile. Anche perché la ricerca della copertura dei quattro miliardi necessari potrebbe subire una brusca accelerazione grazie alla nuova spending review , rispetto al quale è prevista la nomina di un nuovo commissario. Senza dimenticare che, nel menù della prossima settimana parlamentare, c’è anche l’avanzamento della delega fiscale confezionata nella scorsa legislatura da Vieri Ceriani, l’ex sottosegretario che oggi sta nello staff di Saccomanni.

 


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