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Statali, auto blu, fondi Ue: al via il pacchetto Pa
Il consiglio dei ministri vara decreto e disegno di legge - Letta: «Basta scorciatoie, soluzione strutturale al precariato» 

Il Governo accende il semaforo verde sul “pacchetto pubblico impiego”, con primi interventi mirati, ma per razionalizzare e far funzionare meglio la Pa c’è ancora strada da fare. Nasce l’Agenzia per la coesione territoriale, con l’obiettivo di non perdere nemmeno un euro della nuova programmazione 2014-2020 dei fondi Ue; arriva un nuovo giro di vite su auto blu e consulenze (costano rispettivamente 1,2 miliardi e oltre un miliardo); per i precari ci saranno concorsi riservati (al 50% dei posti); e scatta una stretta sull’utilizzo del lavoro flessibile nella Pa, con i contratti a termine che potranno essere utilizzati solo per ragioni temporanee ed eccezionali.
Le misure (dopo il rinvio deciso venerdì scorso) si compone di un decreto legge, con le disposizioni più urgenti e di peso, e un disegno di legge, con delle norme da far approfondire meglio in Parlamento. Con il Dl «si decide di dare una soluzione strutturale al tema del precariato nella Pa», sottolinea il premier Enrico Letta. Le nuove norme prevedono infatti un monitoraggio preventivo; e poi concorsi riservati, al 50%, ai lavoratori con contratto a termine con un’anzianità di servizio di almeno tre anni negli ultimi cinque: «Saranno selezioni altamente selettive», assicura il premier, che ricorda, anche, come «purtroppo non riusciremo a usare tutte le risorse disponibili dai fondi Ue della programmazione 2007-2013». Per fare meglio (e cioè spendere interamente) le nuove risorse europee viene creata l’Agenzia per la coesione territoriale, i cui compiti sono stati un po’ più “ammorbiditi” (dopo le tensione soprattutto con le Regioni) e nel nuovo articolato è stato espunto il riferimento «ai poteri sostitutivi» da attivare a seguito di «gravi inadempienze o ritardi» nella realizzazione dei programmi.
Nel testo del Dl è poi prevista una fase di gestione più soft delle eccedenze di personale a seguito della spending review, con la possibilità di andare in pensione con le regole pre Monti-Fornero che viene estesa fino al 31 dicembre 2015. «Sul fronte della lotta alla corruzione – ha affermato il ministro della Funzione pubblica, Gianpiero D’Alia – è stata resa più autonoma e indipendente la Civit, e abbiamo trasferito le competenze relative alla valutazione delle performance delle strutture e del personale all’Aran, che avrà al suo interno una sezione autonoma». «Con il ministro Alfano è stata concordata una norma per assumere nella Pa i testimoni di giustizia», prosegue D’Alia, che evidenzia, ancora, come l’efficacia delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici sia prorogata fino al 31 dicembre 2015. Inoltre, sempre entro il 2015, l’autorizzazione a bandire nuove selezioni è subordinata all’ok della presidenza del Consiglio dei ministri, verificata l’assenza di graduatorie vigenti. In questo modo, secondo il ministro D’Alia, «si obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso. E in parte cioè riguarderà anche gli idonei, ma solo per le graduatorie più recenti».
Il pacchetto pubblico impiego contiene anche novità sul fronte delle aziende partecipate: dovranno adottare piani di ristrutturazione con mobilità (obbligatoria) del personale, e tutte queste aziende dovranno comunicare alla Funzione pubblica tutti i dati sui costi del personale. Arrivano poi procedure più veloci per coprire i vuoti di organico dei tribunali e degli uffici giudiziari per quanto riguarda il personale amministrativo (calcolati in circa 8mila unità); si assumeranno mille nuovi vigili del fuoco; il sistema «Sistri» sarà più semplice e limitato ai produttori e ai gestori di rifiuti pericolosi. Mentre la questione dei contratti a termine del comparto sanità sarà affidata alla trattativa Stato-Regioni.
Novità anche sul fronte ricerca. Il ministro Maria Chiara Carrozza ha evidenziato come, nel Dl, ci sia una norma che semplifica notevolmente la procedura della assunzioni da parte degli enti di ricerca; mentre nel Ddl c’è la possibilità per l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di immettere in ruolo, gradualmente, 200 unità di personale ricercatore, tecnologo e di supporto alla ricerca. Per i sindacati le misure varate per i precari sono primi passi. Serve «una soluzione complessiva», rilancia la Cgil.


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