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In arrivo altri 10 miliardi di pagamenti alle aziende

È stato il premier Letta a calare l’asso alla fine del suo intervento di ieri davanti ai giornalisti dopo la riunione in Consiglio dei ministri: «Abbiamo deciso di immettere nel sistema altri 10 miliardi di crediti che le imprese vantano nei confronti delle amministrazioni». L’anticipo di una nuova tranche di ritardati pagamenti della Pa, pari alla metà del flusso atteso per il 2014, era nell’aria (si veda il Sole 24 Ore di martedì scorso). E il Governo ieri ha deciso di non fare retromarcia.

A convincere i tecnici dell’Economia e il ministro Saccomanni ad accelerare l’operazione è stata proprio la necessità di trovare una voce in più per la copertura necessaria ad azzerare l’Imu di quest’anno. Lo sblocco di 10 miliardi mette a disposizione un bel tesoretto per le casse dello Stato: l’anticipo della nuova tranche vale infatti attorno al miliardo di extragettito Iva sulla fatturazione dei pagamenti della Pa. Un circolo virtuoso, questo, su cui ci guadagnano tutti: sia i conti pubblici che il rilancio della crescita, come ha ricordato ieri lo stesso ministro dell’Economia Saccomanni. Che ha parlato, con il nuovo sblocco di risorse, di una manovra che «vale due punti di Pil». Perché con questa nuova tappa il monte dei debiti pagati dalle pubbliche amministrazioni «nel secondo semestre 2013 sale a 30 miliardi». Si tratta per Saccomanni di un «forte elemento di sostegno alla crescita economica». Un «circuito virtuoso», questo, ribadito anche dal vicepremier Angelino Alfano che ha promosso la misura in pieno: «Pagando i debiti della pubblica amministrazione che era un fatto comunque dovuto – ha ricordato il vice presidente del Consiglio – sono entrati soldi nelle casse delle imprese; questo ha generato spesa e nuovo gettito e adesso il Governo sta usando quel gettito».

L’operazione sblocco dei debiti della Pa, richiesta a gran voce dalle imprese a corto di ossigeno e costrette ad aspettare a volte anche anni per essere pagate, aggiunge dunque un nuovo tassello nella complessa macchina che è stata messa in moto con il decreto 35 varato ad aprile scorso dal Governo e che ha stanziato finora 20 miliardi. Il nuovo intervento dell’Esecutivo aggiunge nuova benzina – 10 miliardi – in questa macchina che non sempre procede a pieno regime.

A fare il punto sull’operazione è stato lo stesso ministro Saccomanni a inizio agosto quando ha ricordato che dei 20 miliardi di debiti della pubbliche amministrazione da pagare alle imprese 17 miliardi risultavano già erogati agli enti pubblici. Di questi però, come aveva spiegato il ministro, soltanto 5 miliardi erano già stati «materialmente erogati alle imprese». In particolare, all’inizio del mese, secondo i dati diffusi dall’Economia, per la quota 2013 lo Stato aveva reso disponibili agli enti locali 6,6 miliardi su 6,8 (oltre il 97%). Oltre un miliardo e mezzo dei quali già effettivamente pagato alle imprese. Per le Regioni e le Province autonome, sui 10,2 miliardi previsti ne erano stati resi disponibili 7,4 (più del 72%). Ma di questi solo 1,36 miliardi sono stati già versati. Mentre sono già stati pagati 104 milioni dei 500 milioni di debiti in capo ai ministeri.


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