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Imprese con doppio rincaro
Solo promessa per il 2014 la deducibilità Imu dalle imposte dirette

Nel Dl 102/2013 approdato sabato in «Gazzetta Ufficiale» è stato depennato l’articolo che prevedeva la deducibilità Imu ai fini delle imposte sui redditi. Stessa sorte per il (collegato) articolo che prevedeva la reintroduzione, seppur parziale, della tassazione del reddito figurativo relativo agli immobili sfitti in Irpef, che nelle ipotesi di revisione del prelievo sugli immobili predisposte dal ministero dell’Economia doveva servire proprio a finanziare la deducibilità per le imprese.

L’articolo non approdato in Gazzetta prevedeva la deducibilità Imu ai fini della determinazione del reddito di impresa e del reddito degli esercenti arti e professioni nella misura del 50 per cento, mentre era espressamente prevista l’indeducibilità ai fini dell’Irap. Era poi prevista che la deducibilità avesse effetto a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013.

È stato quindi mancato uno degli obiettivi contenuti nel Dl 54/2013 il quale includeva nella riforma della disciplina dell’imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare anche «la deducibilità ai fini della determinazione del reddito di impresa dell’Imu relativa agli immobili utilizzati per attività produttive».

Stante l’obiettivo fissato dal Dl 54/2013 l’Economia, nel dossier contente l’opzioni di intervento sulla fiscalità immobiliare, aveva analizzato l’ipotesi della deducibilità, ritenendola opportuna non solo per prevenire eventuali censure di incostituzionalità del regime di indeducibilità attualmente previsto ma anche per alleggerire il prelievo su un comparto che più di ogni altro ha subito, nel passaggio dall’Ici all’Imu, un incremento di prelievo notevole, in parte dovuto all’aumento delle aliquote e dei moltiplicatori applicati alle rendite catastali e in parte alla circostanza che l’Imu non ha sostituito le imposte sui redditi che gravano sugli immobili ad uso produttivo, come invece è accaduto per il prelievo Irpef sugli altri immobili non locati. Il ministero dell’Economia ha anche stimato gli effetti dell’introduzione della deducibilità analizzando i dati dichiarati in Unico 2012, da parte delle società di capitali, società di persone e enti non commerciali, non considerando però le ditte individuali e le persone fisiche esercenti arti e professioni, che nella bozza del Dl 102/2013 erano state comunque incluse. Dall’analisi dei dati risulta un Imu totale potenzialmente deducibile pari a 7 miliardi di euro, di cui circa 4,6 capienti nel reddito imponibile e 2,4 incapienti, con una conseguente perdita di gettito stimata in circa 1,25 miliardi di euro, a favore di circa 432mila contribuenti.

Se ne dovrebbe riparlare nella legge di stabilità. Per ora rimane in vigore la disciplina Imu, che anziché alleggerire il prelievo 2013 lo aumenterà ancor di più.

Un primo aumento generalizzato, pari all’8,33%, deriva dal moltiplicatore che passa da 60 a 65, fatta eccezione per i fabbricati di categoria D/5, il cui moltiplicatore rimane fermo ad 80.

Un secondo aumento, variabile da Comune a Comune, dipende dal fatto che dal 2013 è prevista la riserva allo Stato del gettito Imu derivante dagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, calcolato ad aliquota standard dello 0,76 per cento, e tale riserva rende inapplicabili, limitatamente ai fabbricati classificatati nel gruppo catastale D, quelle disposizioni che consentono ai Comuni di deliberare manovre agevolative. Si tratta della possibilità di ridurre l’aliquota di base fino allo 0,4 per cento nel caso di immobili non produttivi di reddito fondiario, ovvero di immobili posseduti da soggetti Ires ovvero per quelli locati. Dulcis in fundo, c’è anzi da aspettarsi che i Comuni portino le aliquote al massimo per far fronte agli effetti dell’abolizione dell’Imu sull’abitazione principale, che sarà rimborsata dallo Stato facendo riferimento alle aliquote deliberate nel 2012 e ciò costringerà i Comuni che hanno già approvato aumenti di aliquota per il 2013, o che avevano intenzione di farlo per trovare la quadratura dei sempre più ballerini conti comunali, ad utilizzare le risicate leve fiscali a disposizione.


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