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Sulla delega fiscale in arrivo il primo sì, crisi permettendo

La Camera dribbla il nodo Imu con le sue controverse coperture e mette al primo posto la delega fiscale. Il Governo, dal canto suo, incassa favorevolmente la scelta di Montecitorio che gli consente di portare a casa il primo via libera alla riforma del fisco entro fine settembre e passare così la palla al Senato. L’obiettivo resta quello di chiudere l’intera partita in Parlamento non più tardi di ottobre così da consentire ai tecnici dell’Economia di lavorare ai primi decreti delegati già da novembre e procedere alla loro approvazione anche entro la fine dell’anno.

In attesa, dunque, che il Governo chiarisca il quadro dei conti pubblici con la presentazione della nota di aggiornamento al Def, a Montecitorio si riparte dalla delega fiscale che dovrà approdare in Aula il 23 settembre, sostituendo di fatto l’approdo all’esame dell’assemblea di Montecitorio del decreto Imu-Cigesodati.

Il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione è stato fissato a giovedì prossimo mentre il voto ci sarà tra il 16 e il 20 settembre.

Una tempistica complessiva che rispecchia i tempi fissati dal comitato ristretto con il testo su cui si dovrà ora esprimere la commissione Finanze della Camera. L’attuazione della delega, infatti, è prevista nei prossimi 12 mesi, ma almeno uno dei decreti delegati dovrà approdare a Palazzo Chigi entro 4 mesi dalla data di entrata in vigore della delega. E alla luce delle ultime scelte dell’Esecutivo sulla tassazione della casa questo primo decreto delegato sembra già avere un nome: la riforma del catasto.

Con il passaggio della tassazione dal valore catastale a quello di mercato, così come con il passaggio dal vano al metro quadrato, il Governo conta di superare definitivamente anche il nodo Imu, soprattutto in termini di maggiore equità nella tassazione del mattone.

In gioco entreranno anche funzioni statistiche che dovranno fare riferimento alle più aggiornate metodologie statistiche utilizzate a livello scientifico internazionale. Non solo. Valori e rendite saranno monitorati da contribuenti e Parlamento.

Dalla delega fiscale potrebbe arrivare anche un prezioso contributo per l’attrazione di investimenti dall’estero.

Il capitolo è quello della certezza del diritto con la codificazione dell’abuso del diritto e l’estensione della responsabilità fiscale delle società. Sempre in termini di maggiori certezze va vista la revisione delle sanzioni. Novità importanti anche sul fronte della tassazione delle ditte individuali, con l’introduzione dell’Iri (risorse permettendo) e la riscrittura dei regimi semplificati da valutare soprattutto in chiave di semplificazione del sistema tributario.

C’è poi la riforma della riscossione locale su cui poggia, di fatto, una buona parte della riforma di Equitalia approvata nei mesi scorsi dal Governo seguendo le indicazioni della stessa commissione Finanze della Camera.

La lotta all’evasione passa per un maggior ricorso alla fatturazione elettronica e al contrasto di interessi. Ma nel mirino dovranno comunque finire soltanto i veri evasori.

In questo senso è intervenuto ieri il direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che parlando alla summer school della Fondazione Magna Charta, ha sottolineato come «i veri avversari non sono gli evasori, che anche se ci contrastano danno senso al nostro lavoro, ma sono quelli che sprecano il denaro pubblico. Loro rendono vano il nostro lavoro».


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