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Certificazioni crediti azzoppate
L'Ance: i creditori costretti a fare la spola fra la p.a. debitrice e gli sportelli dell'istituto

Certificazione crediti a ostacoli per le imprese. Lo smobilizzo dei crediti verso le p.a. impone un tour de force i cui oneri al momento gravano interamente sulle aziende. Ogni creditore, infatti, è costretto a fare la spola fra gli uffici dell’amministrazione debitrice e gli sportelli della banca o dell’intermediario finanziario che dovrebbe fornire la provvista finanziaria alle operazioni di anticipazione e di cessione. Il problema è la mancata implementazione del collegamento diretto degli istituti di credito alla piattaforma telematica di certificazione del Mef. La denuncia arriva dall’Ance, che la scorsa settimana ne ha parlato al vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, in occasione della presentazione della relazione intermedia sull’attuazione della direttiva Ue relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Per rendersi conto del problema, è sufficiente consultare la guida presente sul portale del Mef che ospita la piattaforma per la certificazione dei crediti delle p.a. L’operazione di smobilizzo di un credito (attraverso la sua anticipazione ovvero la sua cessione) richiede, infatti, ben quattro passaggi.

Il primo è, appunto, la certificazione. In proposito, si ricorda che solo in via eccezionale il dl 35/2013 ha imposto la certificazione d’ufficio di tutti i debiti della p.a. al 31 dicembre 2012 non ancora estinti, fissando come termine per provvedere il 15 settembre. Secondo la procedura ordinaria, invece, e quindi a regime, la certificazione deve essere richiesta dal creditore.

Unitamente alla certificazione, l’amministrazione debitrice (o, in caso di suo inadempimento, il commissario ad acta) rilascia sulla piattaforma anche un modulo di registrazione per le operazioni di anticipazione e cessione del credito. Tale modulo deve essere trasmesso, da parte del creditore, alla banca o all’intermediario, che dopo averne verificato l’autenticità (e quindi l’esistenza del credito) deve compilarlo inserendo gli estremi dell’operazione (anticipazione o cessione) e restituirlo, debitamente timbrato e firmato, allo stesso creditore. Quest’ultimo deve, quindi, riconsegnare il modulo all’amministrazione debitrice (o al commissario) affinché questa proceda alla registrazione dell’operazione sulla piattaforma. A questo punto, il creditore dovrà scaricare dal sistema i moduli aggiornati e consegnarli all’operatore finanziario, il quale, finalmente, potrà procedere allo smobilizzo del credito certificato. La procedura, in sostanza, prevede un doppio step del creditore sia presso l’amministrazione debitrice (prima per ottenere la certificazione e poi per far registrare l’operazione di smobilizzo), sia presso l’istituto di credito (prima per farsi compilare e timbrare il modello di registrazione e poi per consegnarlo e ricevere i soldi). Come precisa la guida, c’è anche la possibilità per l’istituto di rivolgersi direttamente alle p.a. per verificare l’esistenza del credito certificato e il relativo importo. Ma tale modalità è ostacolata dall’impossibilità per le banche e gli intermediari finanziari abilitati di operare sulla piattaforma. A tal fine, occorre che sia attivato il collegamento diretto tramite i servizi di nodo CBI (Corporate Banking Interbancario). Ne deriva che, per il momento, l’onere di fare in modo che il sistema funzioni ricade interamente sulle imprese, con (oltre alla ovvie ricadute in termini di oneri burocratici) un inevitabile allungamento dei tempi.

Nel frattempo, come detto, ieri è scaduto il termine entro cui le p.a. dovevano comunicare al Mef, certificandoli tramite la piattaforma, i debiti certi, liquidi ed esigibili in essere alla fine dello scorso anno e non ancora saldati. Il risultato della ricognizione si dovrebbe conoscere mercoledì prossimo. L’Ance, tuttavia, si attende un dato inferiore rispetto ai debiti effettivi, a causa sia della ritrosia delle amministrazioni che della complessità delle procedure. Da qui la richiesta di prevedere la certificazione automatica dei crediti scaduti, che avrebbe anche il pregio di semplificare il complesso iter delle operazioni di smobilizzo.


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