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Imu, l'Ue è contro l'abolizione
Il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn, in un'audizione alla camera

L’abolizione dell’Imu sulla prima casa non convince l’Europa. «Ha suscitato e suscita preoccupazioni, rispetto allo spostamento degli oneri fiscali dai fattori produttivi verso altri cespiti». Inoltre la decisione di abolire l’Imu va nella direzione opposta alle raccomandazioni» della Commissione europea approvate dal consiglio Ue, «ma se viene configurata bene la nuova service tax potrebbe essere coerente con le raccomandazioni». Lo ha dichiarato, ieri, il vicepresidente della Commissione europea e commissario agli affari economici e monetari, Olli Rehn, durante un’audizione alla camera, rassicurando poi che la Commissione europea attende «a breve la decisione sulle misure che il governo intende adottare per compensare il mancato gettito derivante dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Una volta che la composizione di tali misure sarà chiara potremo valutare la service tax, anche alla luce di quanto raccomandato dal consiglio europeo».

Dopo aver espresso le sue preoccupazioni circa l’instabilità politica, il commissario Ue ha tentato di spronare il nostro paese, facendo un parallelo fra l’Italia e la Ferrari (ricordando la recente decisione del Cavallino di assumere il suo connazionale Kimi Raikkonen): «La Ferrari come l’Italia incarna una grande tradizione di stile e capacità anche tecnica, ma per poter vincere bisogna avere un motore competitivo, bisogna essere pronti a cambiare, adeguarsi». «La procedura d’infrazione è chiusa ma l’Italia dovrà essere all’altezza degli impegni assunti», è stato poi il monito lanciato da Rehn che, bacchettando il paese per l’abolizione dell’Imu, ha raccomandato «di spostare la pressione fiscale dai fattori di produzione verso il patrimonio e il consumo». Più in generale, comunque, ha ribadito il commissario europeo, «è importante che i nuovi interventi non mettano a repentaglio il consolidamento dell’obiettivo di bilancio».«Le conseguenze per eventuali infrazioni sono chiare», ha aggiunto Rehn, «e non sono certo io che voglio fare l’uccello del malaugurio per l’Italia: sono sicuro che il governo e le istituzioni italiane sapranno ottemperare gli impegni». E proprio una sintesi della situazione economica in Italia e nell’area euro è stata oggetto dell’incontro svoltosi tra il ministro dell’economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni e Rehn.

Saccomanni ha fornito al commissario alcune indicazioni preliminari sui lavori in corso per la predisposizione della Nota di aggiornamento al Def, che sarà discussa in consiglio dei ministri entro il 20 settembre, e della legge di stabilità 2014, confermando che in questi provvedimenti sarà ribadito l’impegno dell’Italia a contenere il deficit nel limite del 3% del pil.

Il vicepresidente Rehn, dal canto suo, ha espresso apprezzamento per gli sforzi compiuti dal governo italiano per sostenere l’attività economica rispettando nello stesso tempo i vincoli europei: «Il governo italiano ha compiuto progressi importanti su molti fronti, ma molto resta da fare per quanto riguarda riforme strutturali per migliorare il potenziale di crescita dell’Italia», ha detto Rehn, sottolineando che i paesi europei non possono rilassarsi.


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