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Riscossione locale verso un altro rinvio
Lotta all'evasione. Correttivi incerti

Corre fianco a fianco al Catasto per entrare nella corsia preferenziale dei decreti attuativi da approvare in fretta, ma calendario alla mano la riforma della riscossione locale rischia una nuova proroga. Anche perché, con i correttivi approvati dalla commissione Finanze al testo uscito dal comitato ristretto, è tornata a essere oscura la stessa direzione di marcia.

Tutto il lavorio sul tema nasce dall’uscita di scena di Equitalia, che dopo l’ultima proroga contenuta nel Dl 69/2013 è in programma entro il 31 dicembre. La data è considerata «inderogabile» dalla legge, ma questa pretesa rischia di trasformarsi in una petizione di principio anche perché con il nuovo testo della delega fiscale Equitalia appare decisamente lontana dall’addio alla riscossione locale.

Gli emendamenti approvati in commissione infatti prevedono che la riscossione locale possa essere effettuata con il ruolo, al posto della “vecchia” ingiunzione, da tre categorie di soggetti: i Comuni (con la gestione diretta), le società interamente pubbliche e, appunto, Equitalia. Per le prime due categorie, però, questa possibilità si può rivelare in molti casi solo teorica, perché i Comuni spesso non hanno l’ufficiale della riscossione (è stato fatto solo un concorso in dieci anni) e difficilmente possono trovarlo e assumerlo rispettando i vincoli al turn over e i tetti di spesa di personale, mentre la possibilità di creare nuove società rimane confinata ai Comuni con più di 50mila abitanti (sono 140, l’1,7% dei municipi italiani). In campo, quindi, rimangono le società pubbliche già attive (per esempio la Soris a Torino o AequaRoma nella Capitale) ed Equitalia, che quindi potrebbe continuare a lavorare con molti Comuni, magari tornando a operare anche con alcune delle amministrazioni da cui è uscita negli ultimi mesi.

Restano da disciplinare, poi, i rapporti fra i sindaci e l’agente nazionale della riscossione, visto che l’affidamento diretto inciampa nella disciplina Ue. Inoltre, l’ultima riforma della riscossione, cioè il Dl 203/2005 con cui è nata Riscossione Spa poi ribattezzata Equitalia, aveva previsto l’obbligo di gara (poi entrato nella solita ridda delle proroghe) proprio per evitare una procedura di infrazione comunitaria. La partita, insomma, è solo all’inizio, ma arriva dopo due anni di sospensione mentre si avvicina il 31 dicembre, e con lui la scadenza di molti affidamenti nei Comuni. Proprio il terreno adatto per l’ennesima proroga della riforma.


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