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A dicembre torna l'Imu mascherata si pagherà l'acconto sulla service-tax
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ROMA – Torna l’Imu sulla prima casa, ma mascherata da «service tax». È questa la mossa, dal sapore di un’amara beffa, che il governo si preparaa mettere in atto per trovare la quadra alla difficile partita delle tasse e dei conti pubblici.

L’operazione dovrebbe seguire la manovra tampone di 3 miliardi, attesa per il consiglio dei ministri di venerdì, per correggere il deficit, sterilizzare l’Iva e finanziare le missioni militari.

Mentre per l’Imu si agirebbe solo in un secondo momento, a novembre, con l’operazione maquillage della nuova tassa sui servizi comunali.

Il piano, che di fatto trasforma la seconda rata Imu in «service tax», si concluderebbe a saldo quasi zero, anzi emergerebbero circa 700 milioni da destinare ad altri utilizzi: l’anticipo al 2013 dell’entrata in vigore della «service tax» (inizialmente prevista per il 2014) frutterebbe infatti quasi 3 miliardi, che andrebbero a compensare abbondantemente i 2,3 miliardi di gettito previsti dalla seconda rata dell’Imu prima casa in scadenza il 16 dicembre che, almeno sulla carta, scomparirebbe.

L’una prenderebbe il posto dell’altra, anche dal punto di vista dei saldi contabili. Oltre ad incidere entrambe sulla stessa base imponibile patrimoniale: rendita catastale (oppure metri quadrati dell’appartamento). Le ipotesi circolate stanno tuttavia mettendo in fibrillazione la maggioranza, destando anche la preoccupazione del Colle, anche perché, come è noto, l’abolizione totale, senza se e senza ma, dell’Imu è una delle bandiere agitate dal Pdl con maggiore intransigenza da sempre.

Alla ipotesi di anticipare la «service tax», che si sta valutando in queste ore, si sarebbe è arrivati sulla base di tre considerazioni. La prima è contabile, resa ancora più acuta dalla decisa presa di posizione del ministro dell’Economia Saccomani, dai rimbrotti di Bruxelles per l’ipotesi dell’abolizione totale dell’Imu che contrasta con linea europea che chiede uno spostamento della tassazione dalle persone ai patrimoni e, da ultima, dalla Corte dei conti che ieri ha giudicatoa rischio le coperture per il taglio della prima rata Imu con il concordato per le slot machine. Ora, di fronte alle pressioni del Pdl per cancellare la seconda rata Imu prima casa (il decreto di fine agosto prevede infatti solo l’eliminazione della prima rata di giugno; per la seconda c’è stata solo una promessa politica) si è visto che le risorse non ci sono a meno che non si voglia far scattare dal 1° ottobre l’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento con conseguenze sull’inflazione e i consumi. Dunque il piano «service tax». «Se i soldi non ci sono possiamo pensare di riaprire la seconda rata Imu», ha detto ieri il responsabile economico del Pd, Matteo Colaninno. Inoltre è emerso un altro particolare passato fino ad oggi inosservato: a dicembre scatterebbe comunque la parte «patrimoniale» della Tares, la nuova tassa sui rifiuti. La Tares, inizialmente, era infatti composta da due parti, una rifiuti in senso stretto e l’altra di contenuto «patrimoniale» destinata a finanziare i «servizi indivisibili» dei municipi (illuminazione, strade, anagrafe).

Proprio per evitare la sovrapposizione tra l’Imu e la parte «patrimoniale» della Tares, in pratica un embrione di «service tax», indicata espressamente in 30 centesimi al metro quadro, la norma fu rinviata dal governo Monti dalla primavera al dicembre di quest’anno. Un nodo che restava da sciogliere, perché i cittadini avrebbero dovuto pagarla. Da qui l’idea di anticipare l’entrata in vigore della «service tax» a quest’anno, «superando» l’Imu. Resta da stabilire su quale base imponibile: la prima ipotesi è quella di far pagare il 2 per mille sulla rendita catastale rivalutata (invece del 4 previsto per quest’anno e soggetto all’aumento dei Comuni); la seconda ipotesi è quella di far pagare1 euro al metro quadrato (invece dei 30 centesimi della parte «servizi indivisibile» della Tares). Per il proprietario di una abitazione media A/2- A/3 che nel 2012 ha pagato l’Imu prima casa intera per 225 euro, quest’anno, secondo i calcoli della Uil servizi politiche territoriali, il costo scenderebbe a 110 euro (il 51,1 per cento in meno).


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