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Derivati, Comune di Firenze perdita potenziale di 67 milioni
Enti locali. I rischi anche dopo la transazione con Ubs, Dexia e Merrill

Nonostante l’accordo concluso quest’estate con Ubs, Merrill Lynch e Dexia, i derivati stipulati dal Comune di Firenze con le tre banche stanno provocando all’ente una perdita potenziale di circa 67 milioni di euro.

Inoltre, Firenze ha in pancia altri derivati sui quali non è stata attivata nessuna procedura di autotutela e che sono rimasti quindi fuori dalla recente transazione: si tratta di cinque contratti, tre con Natixis e due con Merrill Lynch (di cui un «currency swap») che presentano al momento un nozionale residuo coperto da swap di 20,65 milioni di euro, con un mark-to-market negativo di circa 900.000 euro.

I tre contratti con Natixis scadono a dicembre 2013 e il currency swap a luglio 2014. Dopo tale data rimarrà solo uno swap con Merrill Lynch (in scadenza tra due anni), oltre agli altri sei su cui c’è stata la transazione, per un mark-to-market negativo, ad oggi, di circa 68 milioni complessivi.

Nel giugno scorso, l’amministrazione fiorentina ha annunciato il raggiungimento di tre accordi transattivi con Ubs, Merrill Lynch e Dexia che chiudono definitivamente le controversie sui contratti derivati, stipulati nel giugno 2006 dalla giunta Domenici e impugnati in autotutela dalla giunta Renzi nel 2011. Il principale risultato dell’accordo è la rinuncia a tutti i procedimenti giurisdizionali pendenti tra le parti, quello inglese e quelli italiani. I contratti rimarranno tutti in piedi fino alla naturale scadenza e il Comune riprenderà il regolare pagamento delle rate, oltre a saldare quelle rimaste in sospeso.

In base all’accordo, Ubs e Merrill Lynch pagheranno al Comune complessivamente 1,6 milioni di euro con versamento a pronti, come contributo per aver agevolato la transazione.

Una cifra che, fa notare una fonte a diretta conoscenza della situazione, «è in ogni caso superiore ai costi impliciti stimati da tutti i consulenti, maggiorati degli interessi legali». Le due banche inoltre rinunceranno a tutti gli interessi legali e di mora maturati sulle rate pregresse non pagate dal Comune per il periodo compreso fra la sospensione in autotutela e la stipula dell’accordo, datata 26 giugno 2013.

Dexia Crediop, l’altra banca interessata dall’accordo, non verserà invece alcun contributo al Comune di Firenze, che inoltre pagherà gli interessi legali, ma non quelli di mora, maturati sulle rate pregresse il cui pagamento era stato sospeso.

Gli accordi con Ubs, Merrill Lynch e Dexia prevedono inoltre che le parti si impegnino alla compensazione di tutte le spese legali derivanti dai contenziosi italiani e inglesi.

La motivazione principale che ha spinto il Comune di Firenze ad abbandonare la strada dell’autotutela per cercare un accordo con le banche è è stata mettere fine ad un contenzioso che sembrava destinato ad esiti negativi sia in Italia che a Londra e il cui costo legale, per le sole udienze fissate per il mese di ottobre nel Regno Unito, sarebbe stato superiore al milione di euro.


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