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L'anagrafe dai comuni allo stato
Dpcm in g.u. centralizzazione entro il 31 dicembre del 2014

Al via il passaggio dall’anagrafe comunale a un’unica anagrafe nazionale. La centralizzazione dell’anagrafe dovrà completarsi entro il 31 dicembre 2014, ma il primo atto della complessa procedura tecnica (che prevede svariati regolamenti e dpcm di attuazione) è giunto in porto.

Si tratta del dpcm 23 agosto 2013, n. 109, regolamento recante disposizioni per la prima attuazione dell’articolo 62 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, come modificato dall’articolo 2, comma 1, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, che istituisce l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), pubblicato ieri sulla G.U. n. 230 (si veda quanto anticipato su ItaliaOggi del 14 agosto scorso). Si è avviata dunque la macchina organizzativa che porterà alla costituzione dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) nella quale confluiranno l’Indice nazionale dell’anagrafe (Ina) e l’Anagrafe della popolazione residente all’estero (Aire).

Nel parere n. 03579/2013 emesso il 5 agosto, il Consiglio di stato aveva promosso, seppure con qualche rilievo critico, il testo del regolamento in quattro articoli. I giudici non sembravano infatti essere convinti del fatto che la riforma dell’anagrafe sarà a costo zero. Il regolamento esaminato dai giudici non prevede oneri a carico del bilancio dello stato e per questo non indica nessuna forma di copertura. Tuttavia, sottolinea palazzo Spada, «si intravedono passaggi innovativi che potrebbero comportare oneri».

A parte questi rilievi, il giudizio complessivo sul regolamento è positivo. Per i giudici lo schema «è coerente con le finalità e i criteri ispiratori della norma primaria». La nuova anagrafe centralizzata subentrerà a quelle comunali e ciò potrà creare qualche problema ai municipi che dovranno gestire la transizione al nuovo sistema. Timori, questi, già espressi dall’Anci in sede di Conferenza unificata soprattutto con riferimento all’introduzione del «domicilio digitale», la chance, prevista dal decreto crescita 2.0 che prevede la possibilità per il cittadino di attivare un indirizzo di posta elettronica certificata a cui ricevere le comunicazioni da parte della p.a. Il provvedimento è completato da un allegato che indica le fasi in cui si articola l’attuazione dell’Anpr, dedicando particolare attenzione alla sicurezza delle informazioni.

In particolare, il modello di scambio dei dati tra le anagrafe comunali e l’Anpr e tra quest’ultima e gli enti della pubblica amministrazione centrale dovrà garantire l’integrità e la riservatezza delle informazioni condivise, ma anche la sicurezza dell’accesso ai servizi e il tracciamento delle operazioni effettuate. Una volta disposto il subentro dell’Anpr all’Ina e all’Aire, saranno successivi dpcm a disciplinare il passaggio di consegne, nonché le modalità di integrazione dei dati relativi alle carte di identità.

Ai sindaci resteranno le attribuzioni previste dal Tuel (art. 54, comma 3): tenuta dei registri di stato civile e di popolazione oltre agli adempimenti previsti dalle leggi in materia elettorale e di statistica.


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