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La politica economica riparte dalla riduzione del cuneo fiscale

Ridurre le tasse per crescere. Con l’obiettivo di un aumento di almeno «un punto di Pil nel 2014». È questa la rotta per i prossimi mesi tracciata da premier Enrico Letta prima al Senato e successivamente alla Camera nel chiedere la fiducia per il suo Governo. Che il Parlamento ha poi massicciamente votato. Una rotta da seguire già entro il 15 ottobre con il varo della legge di stabilità «che è un’occasione di cambiamento». Per questo motivo «il cuore» della prossima ex Finanziaria «sarà la riduzione del cuneo fiscale», con sgravi mirati sia per le imprese sia per i lavoratori. E con un pacchetto di misure in linea con gli interventi adottati nei primi cinque mesi di attività: dal rafforzamento dell’aiuto alla crescita economica (Ace) a nuovi incentivi per le Pmi e le start up innovative, nonché bonus per le assunzioni a tempo indeterminato. Non mancheranno anche interventi per aiutare le famiglie povere, in primis quelle con figli minori. Il tutto senza dimenticare gli impegni presi con Bruxelles sul versante dei conti pubblici.

Il rientro sotto il tetto del 3% del deficit è considerato un obiettivo primario. La manovrina correttiva da 1,6 miliardi congelata dai venti dei crisi è già pronta. Il rigore non sarà dimenticato, dice Letta: «Rispetteremo gli impegni con l’Europa per il 2014, l’indebitamento nominale deve restare e resterà entro la soglia del 3%, l’indebitamento strutturale deve tendere e tenderà rapidamente verso il pareggio, il peso del debito deve ridursi e si ridurrà».

Il premier nell’illustrare un programma di lungo periodo (fino al 2015) fa riferimento anche a un intervento massiccio di riduzione e riqualificazione della spesa pubblica da affidare a un nuovo commissario, individuato in Carlo Cottarelli, già direttore del dipartimento affari fiscali del Fondo monetario internazionale.

Capitolo strategico per Letta anche quello delle dismissioni del patrimonio pubblico e delle partecipazioni in società sia locali che nazionali, che dovrà contribuire all’abbattimento del debito pubblico. Una tessera chiave nel mosaico immaginato dal premier è, proprio per rivedere al ribasso il carico fiscale su contribuenti e imprese, quella della delega fiscale, la cui attuazione, secondo Letta, potrà contribuire al potenziamento della lotta all’evasione e alla stabilizzazione dell’intero sistema tributario.

Da Letta arriva poi la conferma degli impegni già presi nelle scorse settimane per il decollo, a partire dal 1° gennaio 2014, della revisione delle aliquote Iva e della service tax: «L’introduzione della service tax – dice Letta – permetterà di accrescere la responsabilità fiscale dei Comuni, secondo un principio molto elementare: “vedo-pago-voto”». Il presidente del Consiglio assicura che sarà completato anche il processo messo in atto dal Governo per il pagamento dei debiti della Pa alle imprese, ricordando che fino al 2 ottobre sono arrivati alle aziende 12 miliardi di euro, «con un’accelerazione di settimana in settimana». Letta pone l’accento sul sostegno all’edilizia ecompatibile, al mobile-arredo, all’efficienza energetica e alle infrastrutture «per migliorare la qualità della spesa pubblica e dare sostegno alla domanda interna». E assicura che queste azioni proseguiranno nell’ultimo trimestre dell’anno e nel 2014. «Interverremo poi per ridurre i costi delle bollette elettriche e rilanceremo politiche industriali di settore», afferma Letta. Che aggiunge: «continueremo interventi specifici a favore delle piccole e medie imprese, cuore del nostro sistema economico e imprenditoriale».

Tagli del cuneo e occupazione restano le coordinate chiave della rotta di Letta. Che ricorda come martedì scorso in sole 3 ore siano stati realizzati con il “click-day” 5.500 nuovi posti di lavoro e per i quali erano stati stanziati 800 milioni.

Per il Sud vengono confermati gli investimenti già previsti: fino a 95 miliardi in un arco di tre anni attraverso “l’obiettivo Mezzogiorno” inserito nel nuovo piano industriale della Cassa depositi e prestiti. «Abbiamo un’agenda ambiziosa per il 2014, sulla rotta Italia-Europa – conclude Letta-, penso all’attuazione della Garanzia giovani a partire da gennaio, con il lavoro necessario sui centri per l’impiego, e al piano per l’edilizia scolastica con la Banca europea per gli investimenti. Sono politiche pubbliche italiane ed europee che valgono oltre 2 miliardi».


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