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Roma risponde a Tajani «Debiti Pa, ora cambiamo»
Direttiva pagamenti. Forniti i chiarimenti sulle norme correttive in arrivo

Con 24 ore di anticipo rispetto alla scadenza del 4 ottobre, l’Italia risponde a Bruxelles sulla presunta violazione della direttiva pagamenti. In una lettera inviata ieri al vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, il dipartimento per le politiche europee fornisce i chiarimenti richiesti dall’Unione nell’apertura della procedura pilota. Che avrà ora tempo fino a fine novembre per decidere se aprire la procedura d’infrazione vera e propria.

Nella missiva con cui annunciava l’avvio della procedura Eu Pilot, Tajani chiedeva al Governo italiano delucidazioni su due obiezioni ad altrettante norme del decreto legislativo 192 del 2012 (con cui l’Italia ha recepito la direttiva del 2011 che fissa un termine di 30 giorni per i pagamenti alle imprese, ndr): la deroga che consente alle pubbliche amministrazioni di prorogare per non più di 60 giorni i termini di pagamento quando ciò è giustificato dalla natura o dall’oggetto del contratto o dalle circostanze esistenti al momento della sua conclusione; il mancato trattamento delle cosiddette «prassi gravemente inique».

Sul primo punto il nostro Paese precisa di aver previsto una norma ad hoc (l’articolo 21 comma 3) nel Ddl con legge europea bis che ha ottenuto il via libera preliminare nel Consiglio dei ministri del 20 settembre e che è ora all’esame della Conferenza Stato-Regioni; dopodiché tornerà a palazzo Chigi per il via libera definitivo e inizierà il suo iter parlamentare. In quella disposizione – è la spiegazione italiana – le parole «o dalle circostanze esistenti al momento della sua conclusione» sono sostituite con «o da talune sue caratteristiche». Ricalcando quindi la formula contenuta all’interno della direttiva pagamenti.

La risposta alla seconda obiezione passa invece da un parere del ministero della Giustizia allegato alla missiva. Secondo cui non c’è bisogno di introdurre nel nostro ordinamento un regime di nullità per le prassi gravemente inique sui termini di pagamento perché possono già essere disapplicate dal giudice quando si pongono in contrasto con norme inderogabili che sono espressione di valori e principi fondamentali.

Su entrambi i chiarimenti la parola passa ora a Bruxelles che potrà anche ordinare ulteriori approfondimenti. Così da poter decidere, entro il 30 novembre, se chiudere la procedura pilota o avviare quella d’infrazione vera e propria. Come già avvenuto, ad esempio, contro Germania e Belgio.

Sempre in tema di debiti Pa, va segnalato lo sblocco di altri 1,8 miliardi destinati alle anticipazioni di liquidità per gli enti locali. È stato infatti registrato ieri dalla Corte dei Conti il decreto del ministero dell’Economia che porta a 3,6 miliardi la dote di pagamenti che gli enti locali sono stati autorizzati a liquidare. Di fatto si tratta della prima tranche dei 7,2 miliardi aggiuntivi previsti dal Dl 102 sull’Imu. Risorse che si sommano ai 20 miliardi mobilitati dal decreto 35 di aprile. Di questi, come comunicato dal premier Enrico Letta due giorni fa alle Camere, circa 12 sono giunti nelle casse delle imprese.


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