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Patto soft senza gli enti virtuosi
Gli effetti della decisione del governo di disapplicare le pagelle per il 2013 e 2014

Per province e comuni sarà più facile rispettare il Patto 2013. La decisione del governo di non procedere all’individuazione degli enti cd virtuosi (si veda ItaliaOggi del 26 settembre) determina, infatti, un automatico miglioramento degli obiettivi, che dovranno essere ricalcolati applicando il coefficiente minimo previsto dalla legge, anziché quello maggiorato di un punto percentuale.Ciò significa che, per i comuni con meno di 5 mila abitanti, il target scende dal 13 al 12% della spesa corrente media registrata in termini di impegni nel triennio 2007-2009. Per i comuni maggiori e per le province, invece, la percentuale si attesta, rispettivamente, al 14,8% (rispetto al 15,8% finora applicato) e al 18,8% (prima era il 19,8%). Ovviamente, per questi ultimi enti rimane ferma l’ulteriore riduzione (non prevista per i piccoli comuni) di importo pari al taglio delle spettanze imposto dal dl 78/2010. Al momento, il Mef non ha chiarito in che termini tali modifiche verranno formalmente recepite. Finora, la scelta di accantonare i parametri di virtuosità è stata oggetto di una mera informativa in Conferenza stato, città e autonomie locali. A rigore, via XX Settembre dovrebbe adottare un decreto (lo stesso che in teoria avrebbe dovuto individuare gli enti virtuosi) che fissi i nuovi coefficienti. Non dovrebbe essere necessaria, invece una nuova comunicazione degli obiettivi rimodulati, dal momento che la banca dati ministeriale contiene già tutte le informazioni necessarie.Negli enti in linea con il proprio target, i maggiori spazi finanziari disponibili possono essere sfruttati per rivedere al ribasso aliquote e tariffe o, più probabilmente (considerate le cifre in ballo, non irrilevanti ma comunque modeste), per aumentare gli impegni di spesa corrente o i pagamenti di parte capitale. In alternativa, è possibile cederli attraverso il cosiddetto Patto regionale «orizzontale». Se all’interno della regione vi saranno enti che se ne faranno cessionari, le quote cedute saranno recuperate dai cedenti sotto forma di alleggerimento dell’obiettivo per gli anni 2014 e 2015. La scadenza per aderire al Patto orizzontale è fissata per il 15 ottobre sia per chi intende cedere che per chi intende acquisire spazi finanziari. Non possono, invece, essere restituite le quote acquisite attraverso il Patto regionale «verticale incentivato» (si veda la circolare n. 5/2013 della Ragioneria generale dello stato). Vale la pena precisare che l’art. 9 del dl 102/2013 ha «sospeso» l’applicazione dell’istituto della virtuosità anche per il 2014. In tal caso, però, non è possibile procedere alla revisione degli obiettivi validi per tale anno, giacché la stessa disposizione ha previsto la possibilità di destinare le premialità originariamente destinate ai virtuosi agli enti che parteciperanno alla sperimentazione dei nuovi schemi contabili armonizzati. Pertanto, per il prossimo anno, l’obiettivo di Patto deve continuare ad essere calcolato applicando i coefficienti massimi (15,8% per i tutti comuni, compresi quelli sotto i 5 mila abitanti, 19,8% per le province). Ricordiamo, infine, che per completare il mosaico del Patto 2013 mancano ancora all’appello anche i bonus che le regioni possono assegnare entro il 31 ottobre attraverso il Patto regionale «verticale non incentivato», quelli finanziati con le sanzioni applicate a chi ha sforato nel 2012 e quelli riservati per l’anno in corso agli enti sperimentatori.


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