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Imu, resta la cancellazione della prima rata
Il Pd ritira gli emendamenti per limitare lo sconto sulle case di lusso - Lo scontro si sposta sulla seconda

Tregua nella maggioranza sulla cancellazione della rata di giugno dell’Imu. Dopo una lunga mediazione interna il Pd ha rinunciato all’emendamento al decreto 102 che prevedeva il pagamento dell’acconto per le abitazioni principali con rendita catastale sopra i 750 euro. E ha incassato l’apprezzamento del Pdl che aveva minacciato il ricorso alla fiducia. Ma resta tutta da giocare la partita sulla seconda rata e sulla futura service tax, sulle quali già si intravedono le prime avvisaglie di scontro.

Arrivare al ritiro dell’emendamento della discordia non è stato facile. Già lunedì sera Palazzo Chigi si era mosso per evitare che la nuova “partita nella partita” sull’Imu degenerasse. Non a caso era stato lo stesso presidente della commissione Bilancio della Camera, il lettiano Francesco Boccia, a invitare il suo partito a ritirare tutte le proposte di modifica sull’Imu. A quel punto è scattata la mediazione notturna. Rafforzata ieri mattina dalle parole del sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta (Pd), che ha rassicurato i democratici sul’arrivo di nuovi interventi per la Cig, sulle misure per riparare il rapporto deficit-Pil al 3% e sulla service tax in versione progressiva e con una rilevante componente patrimoniale. Rassicurazioni che hanno indotto il democratico Maino Marchi a ritirare il suo emendamento sul pagamento della prima rata Imu per le abitazioni principali con rendita catastale sopra i 750 euro e tutti gli altri correttivi sull’imposta sulla casa presentati dal Pd. Il tutto mentre Matteo Renzi stigmatizzava l’infinito dibattito su «questioncine» come Imu e Iva e il capo dello Stato, da Cracovia, cercava di gettare acqua sul fuoco delle polemiche invitando a «non sopravvalutarle».

In ogni caso la scelta del Pd è stata apprezzata dal Pdl, che con Renato Brunetta aveva minacciato di chiedere la fiducia se fosse passato l’emendamento Pd. «Il partito della tasse batte in ritirata sconfitto», ha affermato il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri mentre il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone ha sottolineato: bene il ritiro della proposta Pd, «ora occorre vigilare affinché, nei prossimi giorni e settimane, sia confermata anche l’abolizione della seconda rata Imu 2013».

Ed è proprio sulla definitiva cancellazione della rata Imu di dicembre che la partita è destinata riaprirsi, forse anche in modo cruento. Il sottosegretario Baretta si è limitato a dire che il nodo sarà affrontato solo a novembre dopo il varo della legge di stabilità. Il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, invece, ha spiegato che la questione della seconda rata Imu «è un capitolo da scrivere» e sottolinea: «La priorità deve essere l’equità». A maggiore ragione se nella service tax, che arriverà con la legge di stabilità per sostituire dal 2014 Imu e Tares, dovessero fare capolino elementi di maggiore progressività. Un tema che sta a cuore anche a Scelta civica. Che ha chiesto coperture certe e non legate a nuovi aumenti di tasse per lo stop alla rata di dicembre e, a differenza del Pd, ha scelto di non ritirare i suoi emendamenti sulla rata di giugno, a partire da quello che innalza la franchigia da 200 a 300 euro.

Tornando al decreto 102, va sottolineato come tutte queste polemiche abbiano costretto le commissioni Bilancio e Finanze, che lo stanno esaminando, a lavorare a singhiozzo. Ieri i lavori sono proseguiti fino a tarda sera; l’obiettivo è di concludere l’esame del Dl entro questa mattina. Con il rischio di fare slittare a domani il suo approdo in aula. Tra le modifiche apportate ieri ne va segnalata una a firma Sandra Savino (Pdl), che computa sulla compartecipazione ai tributi erariali le compensazioni per i Comuni delle regioni speciali del nord dovute allo stop alla prima rata, oltre a un pacchetto di novità in materia di Tares (su cui si veda l’articolo qui sotto). A cominciare dal via libera all’emendamento di Gian Luigi Gigli e Mario Sberna, entrambi di Scelta civica, che consente ai Comuni riduzioni ed esenzioni a favore delle famiglie in funzione dell’Isee, e quello del renziano Angelo Rughetti, che annulla le sanzioni per i cittadini che abbiano dovuto calcolare da soli la tariffa Tares. Su input del M5S infine sono passati gli sconti da calcolare sulla base della quantità di raccolta differenziata o di autocompostaggio effettuato.


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