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Patto 2014, un mld per gli investimenti

Nel 2014 gli enti locali potranno riprendere a fare investimenti. Grazie al riconoscimento di spazi finanziari che potranno essere esclusi dai saldi (calcolati in termini di competenza mista) rilevanti ai fini del patto di stabilità. Questi margini di manovra consentiranno di sbloccare i pagamenti in conto capitale sostenuti dai comuni e dalle province. In attesa che la legge di stabilità quantifichi l’esatto ammontare delle risorse liberate a favore degli enti locali, la «manovrina» per il riequilibrio dei conti pubblici, varata il 9 ottobre scorso dal consiglio dei ministri (si veda ItaliaOggi del 10/10/2013), si è portata avanti. E nel testo definitivo del decreto legge, rimasto in lavorazione per alcuni giorni, si arricchisce di una norma, correttiva della legge di stabilità 2013, che suona come un impegno formale: «nell’ambito della manovra di finanza pubblica e in coerenza con gli obiettivi programmatici, agli enti locali potranno essere attribuiti nel 2014 spazi finanziari, a valere sul patto di stabilità interno, per incentivare gli investimenti». La bozza di legge di stabilità 2014 riempie di contenuti questo impegno. Per il momento a disposizione dei comuni c’è un miliardo di euro per l’anno prossimo (mentre è incerta un’analoga copertura per il 2015 e il 2016). Questo plafond sarà suddiviso tra le amministrazioni che ne faranno richiesta entro il 15 febbraio di ciascun anno tramite il sito www.pattostabilitainterno.tesoro.it, comunicando gli importi di cui necessitano per far fronte ai pagamenti in conto capitale. Entro il 28 febbraio con decreto del Mef saranno individuati, su base proporzionale, gli importi da escludere dal patto di stabilità interno. Gli enti beneficiari che, una volta ricevuti gli spazi finanziari, non avranno effettuato pagamenti per almeno il 90% delle risorse concesse, decadranno dal beneficio e dovranno calcolare nel patto le restanti spese effettuate. Per le regioni, invece, gli obiettivi del patto di stabilità sono paggiorati di 900 milioni. Il peggioramento è attribuito, sulla base del Pil regionale, per 790 milioni alle regioni a statuto ordinario e per 110 milioni alle regioni autonome.


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