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Riscossioni locali. Proroga in vista
Con la riforma a rischio 7.500 posti

La disciplina della riscossione locale mette a rischio, oltre ai bilanci comunali, anche 7500 posti di lavoro. Questo l’allarme lanciato dall’Associazione nazionale delle aziende concessionarie dei servizi riguardanti le entrate locali (Anacap) nel corso di un convegno organizzato a latere dell’Assemblea nazionale Anci a Firenze. Lo stato confusionale è stato rilevato da tutti i relatori, a partire dal capo del Dipartimento finanze del Mef, Fabrizia Lapecorella, che ha parlato di «continue turbolenze che creano il caos». L’uscita di Equitalia al momento è rinviata a fine anno, ma tutti danno per scontata un’ulteriore proroga, anche perché la concessionaria nazionale pare destinata a rientrare dalla finestra, grazie ad un emendamento all’art. 10 della delega fiscale approvato dalla camera. Dall’altra parte del campo sono schierate le società private di riscossione, che con i loro 6 mila addetti, da anni attendono una riforma che le permetta di concorrere sul mercato in parità, come imposto dall’Ue. Nel breve termine, i concessionari privati chiedono garanzie sul rispetto dei contratti in essere, che sono circa 4.500, di cui 2.000 in scadenza a fine anno. La sorte di questi rapporti è, infatti, incerta: il ddl di stabilità proroga a fine 2014 quelli relativi alla gestione dei rifiuti. Questo slittamento, però, non basta secondo l’Anacap, che chiede di estenderlo fino alla scadenza naturale. Non è garantita neppure l’estensione degli stessi contratti ai nuovi tributi in via di definizione (Trise, Tasi e Tari), negata dalla giurisprudenza. In generale è, quindi, necessaria una disciplina transitoria che traghetti il sistema verso il nuovo assetto che dovrà essere approntato dai decreti attuativi della delega, senza rischi per i bilanci degli enti locali, che ricavano dai tributi il 70% delle proprie entrate. Nel medio periodo, secondo l’Anci, occorre definire un sistema misto che integri riscossori pubblici e privati, essendo impensabile l’abbandono tout court di Equitalia, che serve 5.000 comuni. 


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