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Tasi, garanzie per le famiglie numerose

Service tax con una fascia di garanzia che esenti dal pagamento del tributo le famiglie più numerose. E nessun dietrofront sulla deducibilità dell’Imu pagata sui beni strumentali delle imprese. Sono questi i due capisaldi irrinunciabili da cui il Pd intende partire per riformare l’architettura della Tasi, la nuova tassa sui servizi locali introdotta dalla legge di stabilità. Giorgio Santini, relatore alla manovra per il Partito democratico, condivide con il collega del Pdl Antonio D’Alì le preoccupazioni che il nuovo balzello possa rivelarsi un boomerang per i comuni e per i contribuenti. «Per scongiurare questo pericolo», dice a ItaliaOggi, «bisognerà conciliare tre esigenze di difficile coordinamento: assicurare che la Tasi non costi più dell’Imu, garantire che chi non ha pagato l’Imu nel 2012 grazie alle detrazioni non paghi nemmeno la tassa sui servizi e infine fare in modo che i comuni non ci perdano». Insomma, una quadratura del cerchio difficile e onerosa perché di sicuro il contributo compensativo di un miliardo stanziato dal governo non basterà, a meno di non voler innalzare l’aliquota massima oggi fissata al 2,5 per mille per il 2014.A complicare le cose c’è poi l’abolizione della seconda rata Imu che è tutt’altro che scontata. Le parole di ieri del ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, secondo cui «non sarà facile reperire le risorse per abolirla» non inducono all’ottimismo perché, se è vero che tecnicamente la cancellazione dell’Imu non è un capitolo che pesa sulla manovra 2014, è anche vero che i margini di manovra del Mef sono limitati. E se il governo deciderà di investire i pochi fondi disponibili per cancellare il saldo Imu del 16 dicembre, inevitabilmente farà mancare risorse sulla legge di stabilità. Ma per prendere una decisione così dolorosa serve un accordo politico tra Pd e Pdl. Un accordo che il numero uno di via XX settembre ieri ha apertamente invocato.


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