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Imu, nei Comuni conti in bilico
A rischio la compensazione degli aumenti di aliquota - Vale almeno 450 milioni

Mezzo miliardo in bilico. Il «decreto-casa», che deve cancellare il saldo Imu di dicembre sull’abitazione principale, è slittato alla prossima settimana, e i prossimi giorni saranno di battaglia: prima di tutto tra Governo e sindaci, alla caccia di compensazioni anche sulle aliquote aumentate nel corso del 2013, mentre una parte del Governo (Nunzia De Girolamo in primis) chiede lo stop del saldo per gli immobili agricoli, che sembra a rischio. A complicare tutto c’è poi il calendario: il risultato finale, quale esso sia, non si conoscerà prima del 20 novembre, quando i Comuni avranno meno di 10 giorni per cercare le coperture alternative e correggere i bilanci. Una missione impossibile.

Sono almeno 600, secondo l’Anci, i Comuni che nel 2013 hanno aumentato l’aliquota sull’abitazione principale, prevedendo in entrata 450 milioni in più rispetto ai 2,4 miliardi dell’acconto di giugno. Il calcolo però è provvisorio, perché i bilanci scadono il 30 novembre e il consuntivo può crescere ancora. «I Comuni attendono la copertura integrale del mancato gettito – è tornato a chiarire ieri il presidente dell’Anci, Piero Fassino – altrimenti in molti, anche grandi città, avranno seri problemi di bilancio».

I soldi, però, al momento paiono latitare. Il decreto dovrebbe agire prima di tutto sugli acconti per banche e intermediari finanziari: alzarli del 116%, secondo le stime circolate nei giorni scorsi, produrrebbe un gettito aggiuntivo da 1,6 miliardi, allo studio c’è anche l’idea di arrivare al 120% (2 miliardi), ma la leva non sembra innalzabile ad libitum per arrivare ai tre miliardi che servono per le compensazioni integrali.

A Milano, Bologna («senza rimborsi integrali sarà rivolta», ha detto qualche giorno fa il sindaco Virginio Merola), Brescia, Verona, Napoli e negli altri Comuni, i soldi dell’aumento Imu sono iscritti a bilancio, e se non saranno compresi nelle compensazioni statali andranno trovati per altra via. Il gruppone degli aumenti, poi, cresce di giorno in giorno, man mano che si chiariscono gli altri contorni della finanza locale 2013: i dati ufficiali sui tagli da spending review sono stati diffusi solo lunedì (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), mentre due settimane fa 380 sindaci hanno “scoperto” di aver ricevuto acconti in eccesso sul Fondo di solidarietà comunale, e di essere quindi in debito con lo Stato. Il record dello scorso anno, quando le stime “definitive” sul gettito Imu essenziali per calcolare i tagli compensativi furono diffuse a metà ottobre, è stato quindi ampiamente battuto.

Senza coperture alternative, le conseguenze sono due: uno squilibrio di parte corrente, da recuperare in tre anni, e il possibile sforamento del Patto, che blocca assunzioni, indebitamento e frena gli impegni di spesa. In un quadro come questo, l’aumento ulteriore di pressione fiscale nel 2014 è un rischio concreto.

Anche per il bilancio statale, però, trovare risorse in più sembra difficile. Ieri la Corte dei conti ha diffuso il provvedimento con cui ha bocciato lo sconto ulteriore (dal 30 al 20% del danno erariale) per le slot machines, spiegando che i concessionari possono anche richiedere i 223 milioni già versati (servono per coprire in parte l’acconto Imu). E da definire c’è anche il problema degli agricoli: bloccare il loro saldo Imu costa altri 347 milioni.


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