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Con Tari e Tasi anche gli inquilini chiamati alla cassa
Gli effetti. Sulle agevolazioni parola ai sindaci

La nuova imposta unica immobiliare grava anche sugli inquilini, almeno per la componente riferita ai servizi. I semplici locatari degli immobili dovranno infatti pagare la Tari e la Tasi: la prima destinata a coprire i costi del servizio rifiuti, la seconda per finanziare i servizi indivisibili dei Comuni.

La Tari sostituisce la Tares-rifiuti e potrà essere determinata anche con criteri tariffari alternativi al Dpr 158/99, cioè in base alle quantità e qualità medie di rifiuti prodotti o ai coefficienti di produttività, fermo restando il rispetto del principio «chi inquina paga». Si tratta degli stessi criteri previsti dall’articolo 5 del Dl 102/13, solo che in questo caso il legislatore ha opportunamente chiarito che sono alternativi al Dpr 158/99. Il Comune può prevedere riduzioni tariffarie per alcune fattispecie (abitazioni con unico occupante o ad uso limitato, abitazioni rurali, eccetera), sino al totale esonero, diversamente dalla disciplina Tares che prevedeva il limite del 30 per cento. L’ente può peraltro introdurre ulteriori agevolazioni e decidere come coprirle finanziariamente.

La Tasi sostituisce invece l’attuale maggiorazione sulla Tares, pari a 30 centesimi a metro quadro. Solo che rispetto a quest’ultima la base imponibile della Tasi non è più legata alla superficie degli immobili ma è quella prevista per l’Imu, cioè la rendita catastale moltiplicata per appositi coefficienti. L’aliquota base è pari all’1 per mille ma i Comuni possono ridurla fino ad azzerarla ovvero aumentarla, ma in tal caso rispettando il vincolo in base al quale la somma delle aliquote della Tasi e dell’Imu non sia superiore al 10,6 per mille. Il Senato ha poi inserito le stesse agevolazioni previste per la Tari (unico occupante, abitazioni a disposizione, eccetera) rimesse alla discrezionalità dei Comuni.

L’utilizzatore pagherà la Tari in base a tariffe determinate con criteri più flessibili e con un maggiore ventaglio di agevolazioni, nella logica del pareggio costi-ricavi. Incerto è invece il peso fiscale della Tasi poiché, più che dalle aliquote, molto dipenderà da come gli enti decideranno di ripartirla tra inquilini e proprietari: i primi nella misura compresa tra il 10 e il 30%, la restante parte a carico dei proprietari. Nel 2014 la partenza sarà comunque attenuata dall’aliquota massima del 2,5 per mille.


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