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Sindaci in pressing per evitare la mini Imu
Non del tutto tramontate le speranze di evitare il pagamento

La partita della mini Imu non è ancora chiusa. Le difficoltà da parte di molti comuni nell’incassare i pagamenti (spesso di importo esiguo) e l’incertezza sull’applicazione delle sanzioni in caso di mancato versamento entro il 24 gennaio (si veda ItaliaOggi di ieri), unite al danno di immagine che necessariamente scaturirebbe per i sindaci qualora 24 milioni di italiani dovessero essere nuovamente chiamati alla cassa, stanno convincendo molti enti locali a non riscuotere l’imposta. Ma per farlo, senza correre il rischio di incappare in responsabilità erariale, i primi cittadini non possono disobbedire da soli. Ecco perché, nelle ultime ore, si è fatto più fitto il pressing sul governo affinché il dossier venga riaperto. Le speranze si erano affievolite dopo che il ministro per gli affari regionali, Graziano Delrio, aveva escluso la possibilità di finanziare attraverso un’una tantum sul gioco d’azzardo i 400 milioni di euro che servirebbero per evitare il pagamento. Ma poi le proteste di alcuni sindaci (tra cui quello di Bologna Virginio Marola) che in attesa delle decisioni di governo e parlamento, non sanno come muoversi nei confronti dei contribuenti, hanno riportato il tema alla ribalta. «Finché non ci sarà chiarezza sulle tasse da Roma, il comune non darà comunicazioni ai cittadini», ha annunciato il numero uno di palazzo D’Accursio. Mentre i primi cittadini di Imola e Ravenna Daniele Manca e Fabrizio Matteucci sono tornati all’attacco e hanno scritto al segretario del Pd, Matteo Renzi, di intervenire affinché le risorse per evitare il pasticcio della mini Imu vengano reperite dai giochi. La querelle sul pagamento del 40% della differenza tra l’Imu 2012 e quella 2013 nei 2.390 comuni che hanno alzato l’aliquota si intreccia con la sorte della Tasi. Fino a ieri sera il governo non è riuscito a partorire l’atteso emendamento che di certo porterà un aumento dell’aliquota massima sulla prima casa vincolato però alla previsione di detrazioni da parte dei sindaci. In attesa delle decisioni del governo i relatori non chiederanno modifiche al testo che andrà oggi all’esame dell’aula del senato. Per il momento tutte le ipotesi circolate nei giorni scorsi restano in piedi. L’esecutivo non ha ancora sciolto la riserva non solo sul quantum dell’aliquota (3 o 3,5 per mille) e sulle detrazioni (eventuali sconti per i fi gli a carico in aggiunta ai 200 euro sull’abitazione principale), ma anche sul metodo. L’ipotesi dell’emendamento al dl Imu-Bankitalia resta ancora la più probabile, ma non è escluso anche che possa arrivare un provvedimento ad hoc in cui potrebbe trovare posto anche la soluzione del pasticcio mini Imu (si veda ItaliaOggi del 4/1/2014).A confermarlo il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanni Legnini e il relatore Federico Fornaro.


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