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Casa e unioni civili caos maggioranza. Il premier: serve un cambio di passo
Il Ncd: se il Pd vuole le nozze gay pronti alla crisi. Ultimatum di Scelta Civica sulla Tasi: se non cambia ce ne andiamo

Non c’è pace per il governo, attraversato da mille fibrillazioni nella maggioranza. Sulla tassa sulla casa, dopo l’annuncio dell’emendamento del governo al decreto sugli enti locali che ridisegna i confini della Tasi, è scontro con Scelta Civica che annuncia: o cambia o la coalizione rischia. «Non lo votiamo neanche se il governo mette la fiducia», avverte la capogruppo di Sc alla Camera, Stefania Giannini. A stretto giro la replica, asciutta, del ministro per le Autonomia, Graziano Delrio: «Non possiamo modificare la tassazione sugli immobili. Speriamo che gli amici di Sc cambino linea». Idem il ministro Gaetano Quagliariello, Ncd, che tiene conto anche dele preoccupazioni dell’Anci: «È necessario tenere conto di quanto dicono i sindaci ma il gettito fiscale sulla casa non può aumentare e deve restare quello previsto dalla legge di Stabilità. Se ci sono poi detrazioni da assicurare a chi ne aveva, bisogna farlo». E il premier Letta, di fronte a tanta fibrillazione, mena fendenti: «C’è bisogno di un cambio di passo nell’azione del governo».

L’ATTACCO DI ALFANO
Ma la casa è solo un tassello del fronte polemico che stringe il premier Letta. Un altro affondo – di chiaro sapore antirenziano forse anche a causa degli occhieggiamenti, più o meno concreti, del leader pd verso Berlusconi sulla legge elettorale – arriva direttamente da Angelino Alfano a proposito della volontà di Renzi di disciplinare le unioni civili: «Se il Pd propone il matrimonio gay, ce ne andiamo un attimo prima a gambe levate e denunciandolo all’opinione pubblica. Siamo al governo per fare scudo a delle cose che la sinistra farebbe se non ci fossimo noi. Se non ci fossimo noi, la sinistra riterrebbe normale legalizzare la canna, i matrimoni gay, le adozioni dei gay e frontiere libere agli immigrati. Questo è il riformismo di sinistra. Noi siamo dall’altra parte».
Basta? Macché. Neanche i renziani sono teneri con il vicepremier. Prima dell’affondo di Alfano sulle unioni civili, infatti, vari parlamentari avevano riproposto il caso Shalabayeva. «Aspettiamo Alfano in Aula sul caso Shalabayeva. Il ministro disse che nulla sapeva dell’operazione della polizia kazaka, il suo ex capo di gabinetto Procaccini fornisce ora una versione completamente diversa. Il Parlamento deve sapere se il vicepremier ha detto la verità o ha mentito». L’accusa arriva dai senatori Pd Roberto Cociancich e Isabella De Monte. «È una vicenda grave – incalzano – che Alfano non può continuare a sottovalutare. A luglio le Camere gli confermarono la fiducia sulla base di una ricostruzione, oggi completamente smentita».

OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO
Ovviamente le opposizioni fanno fronte comune di fronte a tante crepe della maggioranza. A partire dalla tassazione sugli immobili. «Indigna il modo in cui il governo sta procedendo sul fronte casa» taglia corto il berlusconiano Maurizio Gasparri: «Fa finta di dare da una parte per poi togliere dall’altra. È il caso dell’aumento della Tasi che dovrebbe consentire maggiori detrazioni alle famiglie. Ma chi vogliono prendere in giro?». Sulla stessa linea anche i Cinquestelle: «Dalla padella alla brace. Il passaggio dall’Imu alla Tasi in versione extra-large rappresenta l’ennesima fregatura per i contribuenti, soprattutto per quelli meno abbienti», è la denuncia dei deputati grillini: «Il mix di improvvisazione, dilettantismo e dabbenaggine del governo ha raggiunto livelli parossistici». Risultato? «La situazione peggiorerà per i ceti deboli e per le famiglie numerose». E intanto si prepara un altro fronte: un mozione di sfiducia grillina verso il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo.


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