MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


Detrazioni, salve le spese sanitarie
Tasse L'ipotesi di riduzione legata ai redditi più elevati. L'appello del Fondo Monetario: un Fisco più semplice

Le detrazioni dall’Irpef delle spese sanitarie, o almeno di gran parte di queste, potrebbero scampare al taglio che scatterà a fine gennaio. E’ questo l’orientamento che si sta facendo strada nell’esecutivo a pochissimi giorni dalla scadenza imposta dalla legge di Stabilità del 2014, una riduzione degli sconti fiscali che produca un risparmio per le casse dello Stato di almeno 500 milioni di euro l’anno, da attuare entro il prossimo 31 gennaio.

Oggi le ipotesi di intervento messe a punto in questi giorni dai tecnici del ministero dell’Economia saranno discusse informalmente a Palazzo Chigi con i collaboratori del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, al quale spetterà l’ultima parola in materia. Le strade percorribili sono sostanzialmente due. La prima, la più facile, è quella di un taglio lineare di tutte le detrazioni Irpef, che scenderebbero dal 19% al 18% già sulle spese sostenute nel 2013. La seconda è l’ipotesi di una sforbiciata selettiva, che riscuote maggiori consensi, ma che rende più complicato il raggiungimento dell’obiettivo di risparmio.

La maggior parte delle detrazioni Irpef al 19% riguarda proprio le spese sanitarie e quelle per l’assistenza ai portatori di handicap, che da sole assorbono la metà (2,7 miliardi) del costo complessivo (5,4 miliardi di euro l’anno). Il governo vorrebbe salvaguardarle, ma lo spazio per recuperare i 500 milioni necessari si restringerebbe parecchio.

Un taglio lineare dal 19 al 18% delle altre detrazioni più importanti, quelle sulle spese per le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni, per gli interessi sui mutui prima casa, per le università dei figli, potrebbe non bastare. Per questo, tra le ipotesi che i tecnici hanno preso inconsiderazione, c’è anche quella di eliminare alcuni di questi sconti per i redditi più elevati. Anche questa una strada scomoda, perché per ottenere risultati apprezzabili il taglio o la cancellazione degli sconti dovrebbe scattare a partire da redditi non certo molto elevati. Una via di mediazione potrebbe essere quella di vincolare al reddito anche le detrazioni su alcune spese sanitarie, quelle considerate non essenziali. Ma anche questo è un terreno molto difficile da praticare.

Nelle intenzioni del governo, comunque, la revisione degli sconti e delle agevolazioni fiscali si farà. Perché serve a risparmiare, ma anche ad avere un quadro più attendibile dell’efficacia della spesa pubblica (come di fatto sono le detrazioni Irpef). Da Washington il Fondo Monetario Internazionale continua a sollecitare la loro razionalizzazione. Mettendo nel mirino non solo le detrazioni Irpef, ma anche i regimi agevolati e le esenzioni dell’Iva, che secondo uno studio dell’istituto, assorbono 40 miliardi di euro l’anno.


www.lagazzettadeglientilocali.it