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Padoan, mai più debiti per la Pa
Ragioneria e Cdp lavorano su una soluzione per i rientri. Confermato il taglio del cuneo, coperto dalla spending review. Sulle stime di crescita possibile una revisione al ribasso che le avvicini a quelle della Ue

Debutto impegnativo per in neo-ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ieri a Bruxelles. Nel suo primo Eurogruppo il responsabile del Tesoro non solo ha rilanciato sul taglio del cuneo fiscale, assicurando che sarà coperto dai risparmi di spesa, ma ha anche risposto al pressing Ue sui pagamenti della pubblica amministrazione. Proprio ieri la Commissione ha ricevuto la risposta dell’Italia ai rilievi sul mancato rispetto dei tempi di pagamento delle amministrazioni, sulla base della quale deciderà se aprire o meno una procedura d’infrazione. Ma ieri Padoan ha preparato il terreno, spiegando che il governo sta elaborando un nuovo «strumento legislativo» per collegare «il completamento del processo di pagamento dei debiti della Pa al riassetto permanente del sistema, per evitare che l’accumulo si ripresenti». Un provvedimento su cui i tecnici dell’esecutivo hanno lavorato alacremente anche nel weekend, insieme a Cassa Depositi e Prestiti e alla Ragioneria generale dello Stato. E sebbene fino a ieri la convocazione del Cdm avesse all’ordine del giorno solo il Piano casa, che come anticipato da MF-Milano Finanza prevederà la cedolare secca al 10%, anche le misure per saldare i debiti Pa potrebbero finire nel calderone, insieme al pacchetto da 2 miliardi per l’edilizia scolastica, al Jobs Act e al taglio del cuneo fiscale. Per questa partita Padoan ha assicurato che la riduzione di circa 10 miliardi sarà coperta «in modo permanente da tagli di spesa». Sulla questione ieri è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, che ha spiegato che «l’Italia non ha mai chiesto e non chiederà di utilizzare fondi strutturali» della Ue per il cuneo fiscale. Per quanto riguarda la ripartizione del taglio tra Irpef e Irap, al momento la bilancia penderebbe a favore dei lavoratori, ma il nodo non è ancora sciolto. Tonando al debutto di Padoan a Bruxelles, il ministro ha espresso anche il suo punto di vista sulle previsioni di crescita del pil per il 2014, che la Ue vede allo 0,6% contro il +1,1% previsto dal precedente esecutivo. «I numeri che abbiamo sott’occhio sono più vicini a quelli della Commissione di quanto non fossero in passato. Il mio atteggiamento è prudente, preferisco tenermi basso», ha detto il responsabile dell’Economia.


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