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Tasi, spunta un minirinvio a luglio
Immobili e tasse Oggi l'incontro decisivo tra il ministero del Tesoro e il presidente dell'Anci, Fassino

ROMA – Il governo è pronto a intervenire sulla Tasi per evitare un pasticcio sul pagamento della prima rata della nuova imposta sui servizi indivisibili che riguarda le abitazioni. Oggi il ministero dell’Economia dovrebbe ricevere dall’Anci, l’associazione dei Comuni, guidata dal sindaco di Torino, Piero Fassino, un aggiornamento sulla situazione. «Siamo in attesa di capire se esiste un problema e di che dimensioni sia – fanno sapere da via XX Settembre -. Di conseguenza prenderemo le nostre decisioni senza escludere alcuna soluzione».

Insomma oggi potrebbe essere una giornata importante. Anche perché il 31 maggio, data ultima per i Comuni per pubblicare le aliquote, si avvicina, e il rischio che la nuova imposta crei difficoltà è concreto. Attualmente infatti la norma prevede che i Comuni fissino entro il 23 maggio le aliquote della «nuova» Tasi, pubblicandole entro il 31 del mese. Se questo non avviene, la norma attuale prevede in automatico che il contribuente versi il tributo in base all’aliquota standard (1 per mille) e conguagli a fine anno. Il problema più grosso riguarda le case affittate, per le quali i Comuni dovrebbero anche fissare la quota di pagamento che spetta agli inquilini, che può arrivare fino al 30% dell’intera imposta.

La maggioranza dei Comuni non ha ancora deliberato l’aliquota per il pagamento della prima rata e nemmeno la ripartizione dell’imposta sulle seconde case tra proprietari e inquilini. L’ipotesi di un rinvio del pagamento, circoscritta agli immobili dei Comuni che non hanno ancora scelto, viene considerata da più parti la soluzione più utile. E tra le idee che circolano sembra prevalere quella di un minirinvio a luglio.

Il governo, ufficialmente, frena. Il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio, ha spiegato al Corriere di essere contrario a modifiche, anche se sta al Parlamento decidere. Il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, parlando ieri in commissione, a nome del governo, ha spiegato che «il dipartimento delle Finanze sta compiendo gli opportuni approfondimenti in merito alla problematica affrontata». Zanetti ha poi definito «ragionevole» lo slittamento a settembre, sia per le prime che per le seconde case, rinviando al confronto con l’Anci. Il presidente della commissione, Francesco Boccia, gli ha risposto con fermezza: «Non si possono far pagare le tasse a forfait e dunque la Tasi va rinviata al 16 settembre. I burocrati si adeguino anche se stanno al governo. È evidente – ha aggiunto – che non è un problema di cassa ma di caos. La cosa più saggia è far approvare il regolamento dei Comuni entro il 31 luglio e l’imposta entro il 16 settembre. Si tratta di usare il buonsenso».

Resta in campo, come si è detto, l’ipotesi di un rinvio di un mese che darebbe tempo ai Comuni di deliberare prima della fine di giugno e di incassare delle risorse, e ai contribuenti di pagare a luglio, con un solo mese di ritardo. Non solo: posticipare la scadenza di un mese consentirebbe di scavallare le elezioni europee, evitando a chi governa le città, di rendere pubblica una decisione, quella sul livello di tassazione, che il più delle volte non piace ai cittadini.

Intanto, a proposito di case, ieri il decreto legge che porta questo nome ha avuto il via libera del Senato con 133 «sì» e 99 «no», e ora passerà alla Camera per la terza lettura. Tra le novità introdotte in questo passaggio c’è il via libera all’emendamento che svincola il bonus immobili dalle spese per le ristrutturazioni edilizie; l’ok alla cedolare secca al 10% per gli affitti nei Comuni colpiti da calamità naturali; interventi di edilizia sociale ad hoc per gli over 65; la possibilità di inserire una «clausola di riscatto» nel contratto di affitto degli alloggi sociali. E’ stato ritirato, invece l’emendamento che stanziava 50 milioni di euro per le fondazioni lirico-sinfoniche, che aveva suscitato forti polemiche.

Inoltre, secondo un altro emendamento approvato, a decorrere dal 1° gennaio 2015 sarà considerata direttamente adibita ad abitazione principale, una ed una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato, iscritti all’Aire e già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza. A condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso. Inoltre, sempre dal 2015, anche le imposte comunali Tari e Tasi saranno applicate, per ciascun anno, in misura ridotta di due terzi.


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