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Niente sconti a chilavora all’estero
IL NUOVO PARADOSSO

Nasceva per rendere automatici gli sconti, oggi decisi dai Comuni, per le case degli italiani residenti all’estero, ma nella sua versione approvata definitivamente l’emendamento al decreto casa ha finito per abolire del tutto le agevolazioni quest’anno, e limitarle drasticamente dal 2015. I filosofi la chiamano «eterogenesi dei fini», i contribuenti italiani la possono invece considerare l’ennesimo inciampo nel continuo ritocco delle regole sul Fisco locale degli immobili.

Per capire il problema occorre partire dal principio: fino a ieri l’Imu permetteva ai Comuni di «assimilare» all’abitazione principale, di fatto esentandola quindi dall’imposta, la casa (se non affittata) degli anziani lungodegenti e dei cittadini residenti all’estero.

Il decreto casa ha provato a rendere automatico in tutti i Comuni questa agevolazione, ma la parte sui lungodegenti è saltata e quella sui residenti all’estero è cambiata. Nella versione finale, cancella per il 2014 le possibilità di assimilazione, imponendo quindi a tutti i residenti all’estero il pagamento dell’Imu “pesante” sulle seconde case, e dal 2015 introduce gli sconti solo per i residenti «già pensionati». Questi ultimi, dall’anno prossimo si vedranno ridurre di due terzi anche Tari e Tasi, mentre chi è all’estero per lavoro pagherà tutto in formula piena.


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