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I mille calcoli della Tasi tra aliquote e detrazioni
Oggi la scadenza

A Bologna hanno previsto già l’aumento dell’aliquota per i prossimi due anni, visto che il limite del 2,5 per mille è fissato solo per il 2014. A Ferrara hanno messo a punto una formula matematica per il calcolo delle detrazioni. A Modena sono state ideate ben 11 detrazioni diverse. Comune che cerchi, Tasi che trovi: si sono sbizzarrite le amministrazioni comunali, nel deliberare le caratteristiche dell’imposta comunale, che dovrà essere pagata entro oggi laddove ne sono stati definiti i parametri. Oggi sul «CorriereEconomia» una guida completa all’imposta.

Ed è proprio su questi diversissimi criteri che si è concentrato l’ufficio studi di Confedilizia, concludendo che c’è tale varietà di scelte, tra un Comune e l’altro, che spesso i contribuenti sono costretti a leggere ogni delibera e anche a doverne talvolta decifrare il significato. Ad Agropoli, in provincia di Salerno, ad esempio, è prevista l’aliquota dell’1,5 per mille per le unità immobiliari «in uso a familiari», senza specificare fino a che punto possa essere considerato il grado di parentela. A Forgaria, nel Friuli, si stabilisce che «nel caso in cui l’unità immobiliare sia occupata da un soggetto diverso dal titolare, l’imposta è corrisposta dal titolare del diritto reale sull’unità immobiliare», quindi al proprietario: una scelta che fanno anche altre amministrazioni, ma che è in contrasto con la legge, che prevede che l’occupante versi almeno il 10% del tributo.

Ma sono le detrazioni il campo in cui la fantasia delle delibere comunali si esprime meglio: il Comune di Cagliari, ad esempio, ha previsto 40 euro di detrazione a figlio, ma solo per le abitazioni che hanno una rendita catastale fino a 850 euro. La detrazione scende a 25 euro per rendite catastali fino a 1.250 euro, mentre per importi superiori nessuno sconto. C’è poi un «vizio» che attraversa la maggior parte delle scelte comunali: e cioè la mancata individuazione specifica dei servizi e dei relativi costi che la Tasi dovrebbe andare a coprire. Cosa che invece prevede la legge di Stabilità. Al contribuente, più che capire, resta da pagare. Secondo la Cgia di Mestre, il conto complessivo per famiglie e imprese è salato: 54,5 miliardi, tra imposte, tasse e tributi. In pratica, in Italia servono 269 ore di lavoro all’anno, 33 giorni, per poter pagare tutte le tasse.


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