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Fmi: ripresa ancora fragile Riforme ambiziose, fare presto
Decreto Pa: mobilità obbligatoria anche negli enti locali

In Italia «è previsto che la crescita riprenda quest’anno» ma «la ripresa resta fragile e la disoccupazione è a livelli inaccettabili»; sono quindi necessari «interventi di politica economica rapidi e coraggiosi». È questo il giudizio degli esperti del Fondo monetario internazionale sullo stato di salute della nostra economia, così come si desume dalla lettera che la squadra di superispettori di Washington guidata da Kenneth Kang ha consegnato ieri al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Tanto più caloroso, quindi, è l’auspicio, formulato nel testo, che il programma «ambizioso» definito dal governo Renzi su riforma elettorale, del mercato del lavoro, del sistema giudiziario e del settore pubblico, venga messo in atto in modo «veloce e completo». Infatti, «la realizzazione di un vero cambiamento è essenziale per rafforzare la fiducia e il sostegno alle riforme» dicono gli esperti, secondo i quali, in particolare, riforme strutturali nel campo del lavoro, della tutela della concorrenza, delle piccole e medie imprese e del sistema giudiziario, permetterebbero di rilanciare rapidamente il potenziale di crescita dell’economia italiana. Senza dimenticare, beninteso, che «anche un riequilibrio di bilancio volto a ridurre le aliquote fiscali e ad aumentare la spesa produttiva può sostenere la ripresa». Nella lettera c’è poi un intero capitolo dedicato al sistema bancario, con il consiglio di introdurre incentivi fiscali per aiutare le banche a istituire società di gestione dei crediti in sofferenza. Secondo il Fondo, che esprime preoccupazione per le sofferenze ormai pari al 16% dei crediti, «è incoraggiante che le banche stiano esplorando soluzioni di mercato per la gestione e la cessione delle sofferenze».

La missiva degli esperti di Washington è stata accolta dal ministro Padoan come un «grande riconoscimento» verso gli sforzi fatti dall’Italia e come un sostanziale «incoraggiamento all’aggiustamento fiscale svolto da parte del governo». In mattinata, del resto Padoan, durante l’intervento alla cerimonia di chiusura dell’anno della scuola di polizia tributaria, aveva rilanciato sul tema della lotta all’evasione fiscale e sull’esigenza di migliorare i rapporti tra fisco e contribuente con più semplificazioni e più trasparenza. Tornando al Fondo, il ministro ha poi ammesso che con la lettera sono assegnati all’Italia «non voti pieni ma voti buoni». Nel testo non mancano infatti i riferimenti alla politica di bilancio: «Dopo parecchi anni di difficile risanamento l’Italia ha conseguito uno degli avanzi primari più elevati dell’area euro». «Tuttavia – si osserva – occorre fare di più per ridurre l’alto livello di debito pubblico e rafforzare la resilienza delle finanze pubbliche».

Il Fondo riconosce che in questo momento serve il cesello e non l’accetta: «A breve termine, la politica di bilancio deve assicurare il delicato equilibrio tra il collocare il rapporto debito/Pil su un sentiero di riduzione ed evitare una stretta eccessiva che faccia deragliare la fragile ripresa economica». Spiega perciò che «a condizione che la ripresa si rafforzi» sarebbe opportuno disporre di «un contenuto avanzo strutturale» nel 2015, al fine di ridurre il debito più velocemente. E la riduzione del debito si otterrebbe meglio, è il ragionamento, se si intervenisse in modo graduale. Di qui il consiglio a portare a termine più rapidamente «lo sforzo delle privatizzazioni». Nel consigliare un riequilibrio di bilancio “growth friendly” (i risparmi di spesa andrebbero finalizzati a riduzioni d’imposta) il Fondo valuta positivamente l’idea di spostare risorse dalle pensioni più elevate all’istruzione. C’è poi un’altro suggerimento che riguarda il mercato del lavoro: «Anche la differenziazione dei salari pubblici a livello regionale potrebbe contribuire a migliorare il legame tra produttività e salari nel settore privato». «È una riproposizione delle gabbie salariali?», chiedono i giornalisti «Gabbia salariale è un termine démodé che evoca un periodo in cui si parlava in un certo modo», risponde Padoan. «La raccomandazione del Fondo – aggiunge – va invece letta con lenti nuove, quelle della necessità di efficienza nella Pa e di migliorarne la performance. E, come sapete, su questo abbiamo già approvato delle misure».


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