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Confedilizia: sul mattone tasse pari al 2,25% del Pil
La denuncia. Il Mef: confronto Imu-Tasi solo dopo il 16 ottobre
<p>Una «manovra shock che restituisca agli italiani fiducia, dando certezza che gli immobili non saranno più la soluzione ai bisogni di cassa dello Stato».</p>
<p>La richiesta viene da Confedilizia. Il suggerimento è di varare una «riduzione delle rendite catastali per 700- 800 milioni di euro». «La copertura necessaria non è molta – precisa Corrado Sforza Fogliani, presidente della principale associazione della proprietà edilizia – rispetto al segnale di fiducia per gli italiani». Richiesta che mira anche a togliere all’Italia il primato del paese con la più elevata fiscalità immobiliare, in assoluto. È sempre Confedilizia a dirlo, alla luce di uno studio presentato ieri, a cura di Francesco Forte, professore di Scienza delle finanze alla Sapienza di Roma. Lo studio è un impietoso “j’accuse” contro gli ultimi governi, che hanno aumentato la pressione delle imposte dirette e indirette sui patrimoni immobiliari, portandole a livelli che hanno pochi eguali in Europa e nel mondo. Viene smontata la tesi – sostenuta dal governo Monti – che l’Italia avesse una bassa tassazione sugli immobili rispetto ad altri paesi, e che si potesse quindi alzarla».</p>
<p>«Già nel 2011 – dice Forte – la tesi era falsa perché, sul Pil, la media per il 15 stati era pari alla pressione italiana del 2011, ossia lo 0,7%. E con l’Imu è stato raggiunto l’1,5%, mentre nell’eurozona era a 0,8%». Tutti i grafici illustrati, relativi al 2012 (ultimo anno disponibile per un confronto), confermano l’amara realtà di una tassazione sempre più elevata rispetto alle medie dei paesi europei (a 15 e a 22 membri) e alla media Ocse: la tassazione diretta vale l’1,5% sul Pil contro lo 0,8% dell’Europa a 15. Con le imposte indirette siamo allo 0,7% del Pil contro quasi lo 0,2% di media Ocse. Messe insieme, le due imposte pesano per 2,2% rispetto al Pil, contro l’1,2% della media Ue. In sintesi: la tassazione globale sul reddito e sugli immobili vale qualcosa come il 15% del Pil, contro l’8-10% delle medie di altri Paesi. Confrontando l’Italia ai sei principali paesi Ocse, si scopre che nel 2012 abbiamo sorpassato Spagna e Giappone, piazzandoci alle spalle di soli tre paesi: Stati uniti, Francia e Regno Unito, che però sono più “teneri” con le tasse sul reddito.</p>
<p>Mentre Confedilizia denunciava il caro casa, sempre ieri, il governo cercava di gettare acqua sul fuoco: il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ha infatti riproposto i numeri (parziali) già diffusi a fine luglio sul confronto Imu-Tasi. Numeri che riguardano solo i 2.178 comuni che hanno deliberato sulla Tasi entro il 23 maggio, e da cui emergerebbe «una riduzione complessiva del gettito nel 2014 del 29,3% rispetto al 2012». «Un’analisi complessiva del gettito Tasi sull’abitazione principale», ricorda Zanetti, potrà arrivare solo dopo aver acquisito i versamenti del 16 ottobre.</p>
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