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Scelte autonome per i tagli di spesa negli enti locali
Spending review. Libertà sulle voci

La spending review che i Comuni devono effettuare quest’anno per rispettare le richieste del decreto Irpef è vincolata negli importi ma libera negli strumenti di attuazione, nel senso che le amministrazioni locali potranno garantire i target di riduzione di spesa anche agendo su voci diverse da quelle indicate dalla norma.

È questo il cuore delle istruzioni che la Ragioneria generale sta preparando per guidare i sindaci nelle scelte sui tagli, da applicare entro il 30 novembre perché dopo quella data (termine per l’assestamento di bilancio) i conti non possono essere più corretti. Nel frattempo, con un comunicato diffuso ieri, il Viminale dà notizia della distribuzione dei tagli chiesti dalla stessa norma alle Province, anche se un correttivo preparato dal ministero dell’Economia al decreto «sblocca-Italia» (come anticipato sul Sole 24 Ore dell’8 ottobre) prevede di ridurre di 100 milioni il taglio per «assicurare l’esercizio delle funzioni fondamentali» degli enti di area vasta.

Anche la quota 2014 della spending review in salsa locale (700 milioni, di cui 360 a carico dei Comuni, più i piccoli tagli aggiuntivi ad auto blu e consulenze) procede insomma con qualche difficoltà, e appare destinata a trovare un assetto definitivo solo in prossimità della fine dell’anno. Sul versante comunale, la circolare in preparazione alla Ragioneria generale che valorizza l’articolo 47, comma 12 del decreto legge 66/2014 offre ai sindaci un’ampia libertà d’azione, ribadendo la possibilità di scelte autonome sulle voci da tagliare per raggiungere l’obiettivo di risparmio assegnato a ogni Comune. In pratica, il contributo che ogni municipio deve assicurare alla finanza pubblica, indicato dal Viminale nel decreto firmato il 4 settembre scorso, è calcolato in base alle spese per acquisto dei beni e dei servizi elencati nell’allegato A al provvedimento, ma il Comune potrà effettuare tagli anche su altre voci.

Nel capitolo Province, invece, i tagli indicati nel decreto ministeriale pubblicato ieri (21,2 milioni a Roma, 18,8 a Napoli, 16,7 a Milano e così via) sono per ora da considerare “provvisori”, perché a meno di sorprese dell’ultima ora l’emendamento preparato dall’Economia allo «sblocca-Italia» ridurrà di 100 milioni il carico, secondo un’indicazione già raggiunta in Conferenza unificata. Il ministero dell’Interno ha diffuso i dati anche perché in base al decreto Irpef le Province avrebbero dovuto versare al bilancio dello Stato le quote richieste entro venerdì scorso, 10 ottobre. A questo punto, la spending review provinciale dovrebbe procedere dunque in due tempi: prima i tagli in formula piena, come previsto dal decreto Irpef, e poi il “ritorno” dei 100 milioni portati dallo «sblocca-Italia». Per quest’ultima dote, però, le modalità di distribuzione fra gli enti andranno definite in Conferenza Stato-Città, perché la norma non offre indicazioni sui criteri.


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