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Città sempre alle prese con le emergenze
Il quadro. Pochi i risultati concreti su qualità dell'aria e mobilità

La nuova edizione di Ecosistema Urbano, dopo il giro di boa dei 20 anni, vede sostanzialmente una conferma di tendenze che si vanno consolidando. L’inquinamento atmosferico nelle città resta a livelli di emergenza. In particolare, aumentano le situazioni critiche nei comuni più grandi. Per quanto riguarda il particolato fine (PM10), mentre si conferma il trend di diminuzione dei valori medi annuali, rimane elevato il numero di superamenti giornalieri. Metà dei comuni supera i 35 giorni consentiti dalla normativa e in 18 casi si arriva al doppio. A Torino e Milano si registrano valori massimi particolarmente elevati, sia nel PM10 sia nel biossido di azoto. Anche le concentrazioni di ozono confermano in molte città italiane la situazione critica dell’anno precedente: nel 2013 circa due terzi dei comuni superano il valore obiettivo per la protezione della salute umana, con sei città – Lecco su tutte – dove i giorni di superamento sono più del triplo rispetto ai 25 consentiti. Le politiche urbane sulla mobilità, tra i principali fattori di pressione sulla qualità dell’aria, non sembrano ancora portare i risultati sperati. I primi dati raccolti sulle percentuali di spostamenti in auto e moto, supportati da un tasso di motorizzazione ancora in leggero aumento, mostrano chiaramente che la diffusione sistematica della mobilità dolce (a piedi e in bicicletta), integrata con un capillare ed efficiente trasporto pubblico, è una realtà ancora lontana. Soltanto a Bolzano le politiche di mobilità sono riuscite a limitare gli spostamenti motorizzati privati al di sotto di un terzo degli spostamenti complessivi. Sono invece 26 le città in cui il rapporto è praticamente ribaltato, con gli spostamenti in auto e moto che rappresentano oltre due terzi del totale. Parallelamente il servizio di trasporto pubblico è poco utilizzato: nelle città di piccole dimensioni ogni cittadino compie in media 38 viaggi all’anno, che passano a 72 in quelle medie e a 224 nei grandi centri urbani.

Continua invece a risentire della congiuntura economica negativa un altro importante fattore di pressione: la produzione di rifiuti. Nel 2013 la produzione pro capite scende a una media di 541 kg/abitante (-3,4%), mentre la raccolta differenziata arriva al 40,8% (+3,9%). Al di là del valore medio, lo sviluppo della Rd mostra ancora gruppi fortemente polarizzati. A fronte di un terzo dei comuni che non raggiunge nemmeno quell’obiettivo del 35% previsto per il 2006, ve ne sono altrettanti che superano abbondantemente il 50 per cento. Otto di questi – tra cui due della Campania – hanno superato l’obiettivo di legge del 65%, ponendo le basi per lo sviluppo di un’economia circolare basata sul riciclo e riuso delle risorse che è una dei pilastri dell’agenda europea per il 2020.


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