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Renzi promette la local tax ai comuni, ma è scontro con l'Anci sui tagli

Le premesse non sono state diverse rispetto all’incontro con le regioni: tanta disponibilità a discutere, ma senza variare i saldi della manovra. Matteo Renzi ha riservato al numero uno dell’Anci, Piero Fassino, la stessa «accoglienza» offerta al presidente della Conferenza delle regioni Sergio Chiamparino: «Noi vogliamo mantenere questi saldi, se avete controproposte entro questo perimetro, siamo pronti a discuterne».

Per la prima volta dall’altra parte della barricata, l’ex sindaco di Firenze e il fido sottosegretario Graziano Delrio (anch’egli ex sindaco) non hanno fatto promesse ai comuni sulla legge di Stabilità. Anzi, hanno insistito sulla necessità che gli enti locali provvedano a sfoltire la giungla delle partecipate, offrendo al contempo l’assicurazione sulla pubblicazione online delle spese ministeriali.

L’unica apertura ai sindaci riguarda l’istituzione della local tax, che dovrebbe riunire la miriade di tasse e imposte comunali (a cominciare dall’unificazione di Imu e Tasi) in un tributo unico per davvero e non tale solo di nome come avvenuto per la Iuc. Renzi ha anche assicurato l’impegno del governo a studiare misure che possano rafforzare il peso politico dei sindaci nei confronti delle regioni dopo la riforma delle province.

Ma a parte questo, quando si è passati ai tagli della manovra, lo scontro sulle cifre è stato frontale.

Secondo l’Anci i tagli in vista per i comuni sarebbero di gran lunga superiori rispetto al miliardo e 200 milioni previsto dalla legge di Stabilità 2015. «I tagli effettivi applicati ai comuni ammontano a 3,5-3,7 miliardi», ha osservato Fassino, perché ai sacrifici chiesti dalla manovra vanno aggiunti quelli delle leggi di bilancio precedenti con effetti sul 2015.

Le divergenze di vedute sui numeri hanno indotto il governo a convocare immediatamente un tavolo tecnico con gli enti locali per verificare le cifre.

«Si è deciso in tempi rapidissimi di istituire un tavolo tecnico di approfondimento con un primo incontro settimana prossima», ha annunciato il sottosegretario Delrio. L’Anci è convinta della correttezza delle proprie proiezioni. «Al taglio iscritto formalmente vanno aggiunte altre pesanti decurtazioni derivanti da provvedimenti del 2013 e 2014 che ricadranno sull’esercizio 2015». Tra queste il presidente Anci ha menzionato «il fondo di spesa per i crediti poco esigibili» la cui istituzione, insieme ad altre misure, «determinerà un peso ancora più oneroso rispetto ai tagli assegnati, annullando i vantaggi dell’allentamento del patto di stabilità». Per questo motivo Fassino ha confermato che chiederà «al governo una significativa correzione non soltanto sulla dimensione di tagli lineari, ma anche dell’impatto che le nuove misure, come appunto il fondo per i crediti poco esigibili, avranno sul peso complessivo del sacrificio richiesto ai comuni». «Dopo la riunione», ha annunciato il sindaco di Torino, «chiederemo un incontro a tutti i gruppi parlamentari per rappresentare anche a loro come stanno effettivamente le cose». Intanto, anche le province sono sul piede di guerra. I nuovi presidenti di provincia (tutti sindaci) mettono le mani avanti: «con i tagli della manovra non sarà possibile garantire i servizi essenziali ai cittadini».

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