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Servizio bilancio, dubbi su giochi e reverse charge
La "stabilità" alla Camera. Sostanziale ok dal dossier dei tecnici di Montecitorio con richieste di chiarimento al Governo su alcune misure: dal Tfr in busta e dalle tasse sui fondi pensione fino ai tagli a ministeri, Comuni e Regioni

Una sostanziale “promozione”. È quella che arriva alla legge di stabilità dal Servizio studi del Bilancio della Camera. Che con il suo dossier però non manca, come di consueto, di chiedere chiarimenti al Governo su diversi punti della manovra. E lascia trapelare anche qualche dubbio sulle ricadute contabili di qualche norma. A cominciare da quelle del pacchetto fiscale. Secondo i tecnici della Camera, ad esempio, l’impatto delle misure sui giochi andrebbe valutato con attenzione anche perché una fetta del maggior gettito stimato dal Governo (600 milioni l’anno) potrebbe rivelarsi a rischio. Incertezze contabili sarebbero riscontrabili anche sull’attivazione del meccanismo del “reverse charge” sul fronte dell’Iva. E sull’aumento dell’aliquota sui fondi pensione: «Non appare possibile una verifica della stima del maggior gettito atteso». Precisazioni vengono chieste anche su altri punti chiave della “stabilità”: dal Tfr in busta paga ai tagli a carico di Regioni, Comuni e ministeri.

Sul “reverse charge”, in attesa della sua ulteriore estensione con l’emendamento in arrivo dal Governo con gli interventi anti-deficit per 4,5 miliardi, «occorrerebbe acquisire – si legge nel dossier – elementi volti a verificare che il maggior gettito imputato alle disposizioni in esame abbia effettivamente carattere aggiuntivo rispetto a quello ascritto a provvedimenti di contrasto all’evasione già adottati». Non solo. Per quel che riguarda in particolare lo “split payment” generalizzato, i tecnici della Camera si soffermano sulla clausola di salvaguardia da 988 milioni, sotto forma di aumento di accise sui carburanti, che potrebbe scattare con un decreto eventualmente da adottare entro il 30 giugno 2015: per gli esperti del Servizio Bilancio della Camera il Governo deve precisare se è effettivamente possibile realizzare il gettito previsto in soli 6 mesi.

La lente dei tecnici di Montecitorio è poi caduta sul Tfr in busta paga: serve una conferma «circa la sostanziale neutralità del versamento, da parte delle imprese» dello 0,2% della retribuzione imponibili ai fini previdenziali e «circa gli eventuali effetti finanziari derivanti dalla garanzia, di ultima istanza, prestata dallo Stato al credito agevolato per le imprese con meno di 49 addetti».

Anche il capitolo della “spending” è oggetto di richieste di chiarimento. A partire da quella sui tagli alle dotazioni di bilancio dei ministeri: sarebbe necessaria l’indicazione dei «capitoli di spesa» interessati dalla cura dimagrante anche per capire «se le riduzioni previste, qualora riferite a spese rimodulabili, hanno carattere di linearità o sono riferibili a precise voci di spesa».

Tutte questioni, quelle su cui si sono soffermati i tecnici della Camera, che saranno al centro degli emendamenti in arrivo da parte dei gruppi parlamentari, ma anche di governo e relatore (Mauro Guerra, Pd).

Su alcune modifiche si sta già lavorando in via sotterranea. È il caso dell’aumento della tassazione sulle casse di previdenza (dal 20 al 26%) e sui fondi pensione (dall’11,5% al 20%) su cui sarebbe arrivata un’apertura del Governo. In entrambi i casi non è escluso che l’asticella venga leggermente abbassata (almeno di un paio di punti). Probabile anche una ricalibratura dei tagli a carico di enti locali e Regioni (v. Il Sole 24 Ore del 2 novembre) facendo leva su una immediata quantificazione dei risparmi dalla prevista potatura delle partecipate. Proprio Governatori e sindaci incontreranno oggi pomeriggio una delegazione del Governo con il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, il ministro Maria Carmela Lanzetta e il sottosegretario Pier Paolo Baretta. Possibili affinamenti anche per la misura del Tfr in busta paga. Sul treno della stabilità potrebbero poi salire almeno alcuni dei nuovi interventi annunciati da Matteo Renzi, come il potenziamento del credito d’imposta per la ricerca e forse anche la prima parte del dispositivo che dovrà portare alla nuova local tax, la tassa unica comunale sugli immobili.


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