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Pagamenti, ritardi fuori dalla spending
Enti locali. Trasparenza appalti entro il 7 febbraio 

La velocità di Comuni e Province nel liquidare i propri debiti commerciali con i fornitori esce ufficialmente dai meccanismi di premi e sanzioni che regolano la spending review degli enti locali.

A sancirlo è un comunicato diffuso ieri dal ministero dell’Interno che in pratica cancella la scadenza del 28 febbraio prossimo, data entro la quale gli enti locali avrebbero dovuto inviare al Viminale la certificazione dei tempi medi di pagamento registrati nel 2014. La distribuzione dei tagli 2015 prodotti dal decreto legge sul «bonus Irpef» (articolo 47 del Dl 66/2014), però, è già stata fissata dalla Conferenza Stato-Città del 22 gennaio (si veda anche Il Sole 24 Ore del 23 gennaio), che ha deciso di riutilizzare i dati raccolti l’anno scorso.

La scelta del Viminale, che è conseguente all’accordo con l’Anci in Conferenza, serve a evitare un altro diluvio di dati verso il ministero. Certo, le amministrazioni che negli ultimi mesi sono riuscite a tagliare un po’ i tempi medi nei quali onorano i propri debiti con i fornitori finiscono per essere “penalizzate” dal congelamento dei dati, ma le cifre in gioco sono decisamente troppo modeste per giustificare una nuova ondata di certificazioni.

I ritardi dei pagamenti, infatti, producono sanzioni per 27 milioni di euro in tutto il comparto degli enti locali (9 milioni se si calcola solo la quota incrementale dei tagli rispetto all’anno scorso). Il punto, allora, è un altro, e riguarda l’effettiva utilità dei tanti meccanismi premiali o sanzionatori che entrano nelle regole di distribuzione dei fondi locali sull’onda di questa o quella “emergenza”, ma che poi finiscono per creare una rete di parametri fitta quanto difficilmente applicabile.

Alle amministrazioni locali, comunque, rimane l’obbligo di pubblicare sul proprio sito Internet un indicatore annuale e un indicatore trimestrale, sempre per misurare i tempi di pagamento. L’obbligo serve a far scattare un’altra sanzione, prevista dall’articolo 41 dello stesso Dl 66/2014, che impedisce assunzioni e contratti a qualsiasi titolo alle amministrazioni che impiegano in media più di 60 giorni per pagare i fornitori. Anche in questo caso, però, l’effettività del vincolo va incontro a qualche dubbio: la norma, prima di tutto, è di aprile, ma il Dpcm che illustra come effettuare i calcoli è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 14 novembre scorso, per cui di fatto l’anno scorso la sanzione non è stata applicata. La partita vera, quindi, si dovrebbe giocare quest’anno.

Sempre sul fronte degli adempimenti, è da segnalare anche il comunicato dell’Autorità anticorruzione, in cui si spiega che il canale per comunicare all’Anac l’effettiva pubblicazione dei dati sugli appalti, chiesta dall’articolo 1, comma 32 della legge 190/2012, sarà aperto fino al 7 febbraio.


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