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Comuni, il Patto si fa in due e premia i virtuosi

Il patto di stabilità 2015 si fa in due. Il peso della manovra annuale, che complessivamente vale 3.553 milioni, di cui circa 1.800 legati all’obiettivo di Patto e circa 1.700 all’accantonamento relativo al fondo crediti di dubbia esigibilità (fcde) imposto dalle nuove regole contabili, viene diviso in due quote. A tale importo si aggiunge anche una «riserva di obiettivo» di 100 milioni per compensare, come previsto dal comma 489 della legge 190/2014, i maggiori oneri connessi a interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici e del territorio, all’esercizio della funzione di ente capofila e a sentenze passate in giudicato a seguito di procedure di esproprio o di contenziosi connessi a cedimenti strutturali. In totale, l’obiettivo finanziario complessivo vale dunque 3.653 milioni. È quanto prevede l’accordo raggiunto la scorsa settimana in Conferenza stato-città (si veda ItaliaOggi del 20 febbraio) e che, ai sensi della legge di stabilità 2015, avrebbe dovuto essere trasposto in un decreto ministeriale ad hoc. Tuttavia, nelle ultime ore ha preso corpo l’ipotesi di un recepimento della norma all’interno del decreto legge sull’Imu agricola (dl 4/2015) all’esame del senato.

Cosa prevede il meccanismo. La prima quota, pari al 60% del totale (ovvero 2191,8 milioni) è ripartita in relazione alla dimensione della spesa corrente dei diversi enti. Rispetto a quanto oggi previsto, però, vengono modificate le regole per la determinazione della base per il calcolo degli obiettivi. A tal fine, viene considerata la spesa corrente registrata negli anni 2009-2014 (mentre ora il riferimento è al triennio 2010-2012), scartando quello con valore massimo, in modo da sterilizzare i «salti» di spesa occasionali. Inoltre, non vengono conteggiate la spesa relativa al servizio rifiuti e quella riguardante il tpl. Ancora, vengono sottratti gli effetti dei tagli subiti in questi anni dai comuni, a partire da quelli imposti dal dl 78/2010 (e già dedotti dal calcolo per i comuni a essi assoggettati, ossia quelli con oltre 5.000 abitanti) e fino a quelli previsti dal dl 66/2014. Infine, sono previste ulteriori correzioni per i comuni colpiti dai terremoti del 2009 (Abruzzo e del 2012 Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto) e l’applicazione di una clausola di salvaguardia per contenere le variazioni rispetto alle vecchie regole

Sempre ai fini del riparto della prima quota, sono previsti sconti a favore degli enti che hanno maggiormente ridotto le uscite correnti, mentre per quelli che, al contrario, hanno fatto registrare aumenti oltre la media è introdotto un aggravio. La base di calcolo così corretta è molto più leggera di quella attualmente prevista, per cui il moltiplicatore sale dall’8,6%al 22,56%.

La quota relativa al fondo crediti di dubbia esigibilità, pari al 40% del totale (1461,2 milioni) invece, viene distribuita in relazione alla capacità di riscossione delle entrate proprie. Il riparto del sacrificio complessivo nelle due quote verrà deciso autonomamente da ogni ente. Con questa metodologia, le amministrazioni sono incentivate a far emergere le loro effettive criticità in sede di riaccertamento straordinario dei residui (primo passo per l’avvio della nuova contabilità armonizzata), in quanto a un maggior fcde corrisponderà un minore obiettivo di Patto. In questa logica, si comprende anche la premialità prevista a favore degli enti con maggiore capacità di riscossione, i quali avranno un fcde basso e quindi un obiettivo di Patto più elevato. Gli obiettivi finanziari complessivi di ogni comune già stati definiti, anche devono essere formalizzati. A questi, ogni ente dovrà sottrarre l’importo del fcde stanziato a bilancio.

Infine, i 100 milioni della riserva di obiettivo verranno ripartiti in questo modo:

Il riparto verrà operato in base alle richieste effettuate dai comuni attraverso il sistema web della Ragioneria dello stato entro un termine che sarà fissato mediante decreto del Mef.


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