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Arriva il Consorzio per Roma antica
Beni culturali. Patto ministero-Comune

Separati in casa. Questa è la situazione dell’area archeologica nel cuore della capitale, il più importante sito urbano del mondo. In quegli spazi convivono ministero dei Beni culturali e Comune senza nessuna o quasi identità di vedute. Una commissione voluta l’anno scorso dal ministero e dal Campidoglio per cercare di uscire dall’impasse ha puntato il dito proprio sulla sovrapposizione di competenze e funzioni e ha indicato nella gestione unitaria di Roma antica la strada da percorrere.

Indicazioni che si sono concretizzate ieri con la firma di un accordo da parte del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e del sindaco di Roma, Ignazio Marino. L’accordo prevede che entro l’anno si proceda alla costituzione di un nuovo soggetto giuridico denominato “Consorzio per i Fori di Roma” , a cui sarà affidata la gestione e la valorizzazione di un’area di 78 ettari (tra Colosseo, Foro Romano, Palatino, Colle Oppio con la Domus Aurea, Circo Massimo, Foro di Traiano) in parte di proprietà dello Stato e in parte del Campidoglio, monumenti che nel 2014 hanno richiamato 6,5 milioni di visitatori e assicurato introiti per 42 milioni di euro. Anche se c’è da precisare che Colosseo, Foro Romano e Palatino (siti nell’orbita statale) hanno richiamato da soli 6,1 milioni di visitatori e staccato biglietti per 41,4 milioni.

Il Consorzio dovrà predisporre un piano strategico per lo sviluppo e la volorizzazione dell’area archeologica, mente la sua tutela resterà nelle mani dello Stato. Il nuovo ente sarà dotato di autonomia finanziaria – anche se sulle prime le risorse saranno assicurate da ministero e municipio – e dovrà puntare sull’autosufficienza. Gli incassi – che dovranno essere garantiti da nuove politiche di valorizzazione (tra cui i servizi aggiuntivi, che potranno anche essere affidati a privati), dall’allestimento di mostre, dalla realizzazione di nuovi servizi – saranno ripartiti tra ministero e Comune sulla base della proprietà dei siti.

«Un accordo storico», l’ha definito Franceschini. Tutto ruoterà attorno al consiglio di amministrazione del Consorzio, che sarà composto dal presidente (designano dal ministro d’intesa con il sindaco), dal soprintendente statale del Colosseo e dell’area archeologica centrale e da quello comunale ai beni culturali. Al Consorzio potranno partecipare anche altri enti pubblici, che se conferiranno beni e risorse potranno avere un loro rappresentante nel Cda (ma solo con diritto di voto consultivo) e partecipare alla stesura e all’aggiornamento del piano strategico.
«Con lo statuto che inizieremo a scrivere nelle prossime settimane – ha sottolineato Marino – faremo in modo di attrarre filantropi e mecenati da tutto il mondo».
L’accordo avrà una durata di sei anni, prorogabili tacitamente di altri sei, a meno che uno dei sottoscrittori non comunichi, con un preavviso di almeno nove mesi, di volersi fare da parte.


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