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Parte il divorzio breve I tribunali si danno le regole
Diritto di famiglia. Milano «unifica» i procedimenti

Il divorzio breve ieri è diventato operativo e le cancellerie dei tribunali hanno iniziato a prendere le misure con i nuovi termini per poter presentare domanda di divorzio: non più tre anni, ma un anno dall’udienza presidenziale di separazione (si scende a sei mesi nel caso di divisione consensuale).
Più che sulle nuove domande di scioglimento del matrimonio, l’attenzione era concentrata sull’incognita dei procedimenti in corso, anch’essi ammessi alla corsia accelerata: migliaia di cause – tra le 180mila e le 200mila – pronte a riversarsi sulle cancellerie.
Ieri, però, era troppo presto per l’attesa ondata di piena. Nella prima sezione civile del tribunale della capitale i è stato un giorno “normale”, per quanto ci sia la consapevolezza che la riforma avrà effetti ora imprevedibili e va gestita. Per questo i giudici della sezione si sono riuniti nel pomeriggio anche con l’obiettivo di mettere a punto linee guida operative come già ha fatto il tribunale di Milano. 
Niente da segnalare anche a Napoli: «Giusto qualche avvocato – afferma il giudice Umberto Acuto – mi ha chiesto se, per i procedimenti in corso, è possibile presentare domanda di separazione parziale così da accedere subito a quella di divorzio. Ovviamente, sì».
Un po’ quello che è avvenuto a Belluno, dove, seppure secondo procedure diverse, sono state comunque bruciate le tappe: il Pm ha,infatti, autorizzato il passaggio a una negoziazione assistita di una separazione avviata nel marzo 2014.


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