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Canale «blindato» per gli ex provinciali
Personale. La spinta alle ricollocazioni

Consentire ai Comuni di assumere il personale collocato in mobilità obbligatoria dalle Province, anche se non hanno rispettato il Patto di stabilità e i tempi medi dei pagamenti; permettere il recupero, per finanziare nuove assunzioni, dei risparmi derivanti dalle cessazioni non sostituite dell’ultimo triennio; escludere dal rispetto dei tempi medi dei pagamenti quelli effettuati utilizzando le risorse trasferite allo scopo dalla normativa, ivi comprese le risorse aggiuntive stanziate a questo fine dallo stesso decreto; trasferire il personale delle polizie provinciali negli organici delle polizie municipali. 
Sembrano essere queste le principali novità per il personale degli enti locali contenute nel Dl approvato giovedì dal Governo
La logica ispiratrice è, con tutta evidenza, quella di rendere meno rigidi alcuni vincoli dettati alle assunzioni di personale, soprattutto per rendere più facile l’assorbimento dei dipendenti collocati in mobilità obbligatoria dalle Province. Anche se si deve subito precisare che non vi è alcuno stravolgimento delle disposizioni dettate dalla legge di stabilità.

Niente sanzioni 
Nella direzione di rendere più facile l’assunzione dei dipendenti in mobilità obbligatoria delle Province vanno molte delle misure contenute nel provvedimento. In primo luogo, quella che consente di derogare al divieto di effettuare assunzioni di personale agli enti che non hanno rispettato nell’anno precedente il Patto di stabilità e/o non hanno effettuato entro i termini la relativa certificazione. Ed ancora la stessa deroga è prevista per le amministrazioni che hanno superato i tempi medi di pagamento previsti dal Dl 66/2014. Da sottolineare che questa deroga non si estende alle amministrazioni che hanno superato il tetto di spesa del personale.
Sostanzialmente si muove nella stessa direzione anche la correzione che viene operata delle indicazioni dettate dalla sezione autonomie della Corte dei Conti nel parere n. 27/2014. Interpretando in senso restrittivo le previsioni del Dl 90/2014 questa pronuncia aveva stabilito che i risparmi derivanti da cessazioni di personale non sostituito negli anni precedenti possono essere destinati a finanziare nuove assunzioni a tempo indeterminato solamente a decorrere dal 2014. L’intervento legislativo consente invece questo recupero per il triennio precedente senza fissare un anno a partire dal quale esso può essere disposto. Per questa ragione l’effetto è che i risparmi derivanti dalle cessazioni del 2012, se non sono stati già utilizzati per finanziare nuove assunzioni, possono essere destinati a tale scopo nel 2015; si deve ritenere entro il tetto vigente nello stesso anno, cioè il 40%. 

Comandi e distacchi 
I dipendenti degli enti di area vasta, se in comando o in distacco presso un’altra Pa allo scorso 31 dicembre, sono – con il loro consenso ed entro i tetti di spesa per le nuove assunzioni- trasferiti tout court alle dipendenze delle amministrazioni che li utilizzano. Di grande rilievo il trasferimento dei vigili provinciali alle dipendenze dei Comuni, anche in deroga ai vincoli di spesa del personale e delle assunzioni, nonché del rispetto dei tempi di pagamento. Questi passaggi sono soggetti al rispetto del patto di stabilità nell’esercizio in cui essi avvengono e alla sostenibilità di bilancio.
Sono esclusi dal calcolo dei tempi di pagamento, ai fini dell’applicazione della sanzione del divieto di effettuare assunzioni per le amministrazioni inadempienti, quelli che sono stati effettuati attingendo alle risorse all’uopo trasferite dallo Stato. Si deve infine sottolineare che con questo provvedimento vengono messi 2 miliardi a disposizione delle regioni e 650 milioni dei Comuni per dare corso ai pagamenti di fatture ai privati.


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