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Delega fiscale, rinvio sul filo di lana
Riforme in cantiere/1. Il governo prende tempo fino a venerdì su cinque decreti attuativi, tra cui il riordino di sanzioni penali, contenzioso e interpello

L’attuazione della delega fiscale arriverà sul filo di lana ma con qualche lacuna «pesante». La tanto annunciata riforma del catasto non vedrà il traguardo per le pressioni arrivate negli ultimi giorni sui rischi di aumento della pressione fiscale sugli immobili. E già si parla di un suo possibile approdo nella prossima legge di stabilità in abbinata con l’introduzione della local tax. «Abbiamo scelto di non intervenire sul catasto non perché non sia un buon lavoro ma nelle more della local tax – ha spiegato ieri Matteo Renzi in conferenza stampa – potrebbe sembrare un aumento delle tasse anche se il testo prevedeva l’invarianza di gettito». Niente da fare anche per i giochi, la cui revisione sembra destinata (per i più ottimisti) a trasformarsi in un disegno di legge. 

Entra la riscossione 
Ma non mancano le sorprese dell’ultim’ora come la manutenzione della riscossione, a partire dalla possibile rinuncia all’aggio da parte di Equitalia (si veda l’articolo in pagina). Dopo una giornata di incontri, riunioni e rifiniture dell’ultima ora, il decreto sulla riscossione è entrato a far parte del pacchetto di provvedimenti ufficialmente annunciati al primo esame del Consiglio dei ministri di ieri. A sorpresa, però, tutto è stato rinviato a una nuova riunione di Governo in calendario per venerdì. 

Dalle sanzioni ai bonus 
In Cdm approderà, infatti, il decreto attuativo sulla revisione del sistema sanzionatorio penale con la cancellazione della soglia di non punibilità del 3% (come confermato dallo stesso Renzi) e l’innalzamento da 50mila a 150mila euro per gli omessi versamenti di Iva e ritenute. In più con la chance del ravvedimento (a condizione che non sia iniziata un’attività di verifica o controllo) che può evitare la punibilità per i reati di dichiarazione infedele e omesso versamento. 
Confermato anche il piano taglia-liti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) che poggerà su due direttrici:
un riordino e un maggiore impulso all’istituto dell’interpello che sarà addirittura declinato in cinque diverse modalità; 
il potenziamento della conciliazione che sarà estesa anche all’appello e potrà essere tentata sia fuori che dentro l’udienza ma soprattutto con il rilancio sulla mediazione obbligatoria fino a 20mila euro che non sarà più limitata solo all’agenzia delle Entrate ma varrà per tutti i tributi (comprese anche le controversie catastale che hanno valore indefinito). 
E si farà anche il decreto attuativo su riordino delle agevolazioni fiscali e sul monitoraggio dell’evasione. Sotto il primo profilo troveranno posto nella legge di stabilità le misure di eliminazione, riduzione o modifica delle tax expenditure. In pratica sarà il Parlamento sulle indicazioni fornite dal governo nella nota di aggiornamento del Def (entro il 20 settembre di ogni anno) a decidere dove intervenire.

Niente Dl sui dirigenti 
C’è poi anche la questione del riordino delle agenzie fiscali. In questo caso si dovrebbe procedere con un decreto delegato che fisserà la nuova mission, tra l’altro, di Entrate e Dogane e della cornice in cui saranno chiamati a muoversi nei prossimi anni. Mentre, sorpresa dell’ultima ora, la questione dei dirigenti, dopo lo stop della Consulta ai funzionari «incaricati», non dovrebbe più essere risolta con un decreto legge, come pure sembrava ieri in un primo momento. A questo punto tutta la partita si giocherà con l’attuazione della delega Pa attesa al via libera della Camera. Il testo uscito dal Senato prevede, però, l’istituzione di un ruolo unico dei dirigenti sotto l’ala della Presidenza del Consiglio dei ministri.


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