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Piccole opere in crescita nel 2015
Congiuntura. Il bilancio dei primi 6 mesi

Boom dei piccoli cantieri flop delle grandi opere. Si può riassumere tra questi due estremi il mercato degli appalti nel 2015. L’andamento dei primi sei mesi dell’anno, fotografato dal Cresme, mostra un settore a due velocità, ma analizzando i dati in maniera approfondita emerge che la ripresa dell’edilizia non si è arrestata nonostante il -28,6% complessivo degli importi (8.645 bandi per 10,5 miliardi di valore). 

A fare la differenza nel confronto con l’anno scorso sono i bandi Consip di facility management del marzo 2014, un pacchetto da 2,7 miliardi che copre quasi tutto il saldo negativo delle amministrazioni centrali (4,2 miliardi nel primo semestre 2014 contro 1,1 miliardi di questa prima metà del 2015). Per il resto, tranne qualche eccezione, il comparto continua a produrre numeri positivi all’insegna delle piccole e medie opere.

In particolare hanno ripreso a marciare a ritmi sostenuti le piccole opere. La crescita più consistente riguarda i bandi di importo compreso tra 150mila e un milione di euro. In questa fascia gli avvisi sono cresciuti del 6,8%, gli importi messi a gara addirittura dell’11,3% (1,4 milairdi, contro gli 1,2 dell’anno scorso). Positivo anche l’andamento dei bandi di importo medio (tra 500mila euro e 15 milioni) che fanno segnare un aumento del 10% tanto nel numero delle occasioni di gara che degli importi messi all’asta dalle stazioni appaltanti.
I numeri negativi arrivano solo dalla fascia più alta, quella superiore ai 50 milioni, dove sono state pubblicate 23 gare (-54%) per 2,558 miliardi (-66%). A dare un impulso alle maxiopere sarà il bando da 1,9 miliardi per il tunnel del Brennero da 1,9 miliardi, prossimo alla pubblicazione 

Enti appaltanti. Le amministrazioni comunali, stabili rispetto al 2014, si confermano al primo posto con 5.123 appalti (-0,6%) per 3,077 miliardi (-2,9%). Il boom arriva dalle aziende speciali che hanno pubblicato 671 avvisi (+16,9%) per 2,247 miliardi (+82%) e che si posizionano al secondo posto nella graduatoria degli enti.
Seguono le Ferrovie, che rallentano del 39,5% per la quantità di appalti (89) e dell’11,3% per il valore delle opere (1,173 miliardi). Mentre l’Anas, con 326 bandi (+34%) per 295 milioni (-56%), si concentra maggiormente sulle manutenzioni e sui lavori di piccolo e medio taglio.

Aree geografiche. Sono quattro le regioni che hanno superato il miliardo di lavori pubblici nella prima metà dell’anno. In Campania sono stati pubblicati 1.095 bandi (-5,8%) per 1,586 miliardi (-6%), nel Lazio 389 avvisi (+15%) per 1,246 miliardi (-45%), in Lombardia 1.022 appalti (+13,1%) per 1,165 miliardi (-1,7%) e in Puglia 698 lavori (+7,9%) per 1,114 miliardi (+77%). L’incremento più consistente lo mette a segno l’Umbria (129 milioni, +203%) mentre il risultato peggiore è quello della Calabria (359 milioni, -66%).


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