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Appalti, stop a nuove gare Asmel
Consiglio di Stato. La sospensiva della delibera Anac vale solo per i vecchi procedimenti, in attesa della pronuncia del Tar Lazio

Appalti in corso salvi, ma niente più gare per conto dei Comuni, fino alla nuova pronuncia del Tar Lazio. Dal Consiglio di Stato arriva una rassicurazione insieme a una nuova tegola per l’Asmel, rete cui aderiscono 2.017 enti locali, che offre anche servizi di centrale appalti attraverso la piattaforma Asmecomm.
Il ruolo di Asmel come centrale di committenza è al centro di un braccio di ferro con l’autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone che ha rifiutato la richiesta del consorzio di far parte dei 35 soggetti aggregatori, incaricati tra l’altro di raccogliere gli appalti dei comuni non capoluogo (lavori, beni e servizi ai sensi dell’articolo 33, comma 3-bis del codice appalti). 
Il provvedimento di Cantone (delibera n.32 del 30 aprile 2015) ha bocciato l’operato della società dichiarando «prive del presupposto di legittimazione» tutte le gare promosse per conto degli enti locali. Una decisione che mette a rischio la validità delle oltre mille gare gestite da Asmel per conto degli 882 comuni aderenti alla centrale di committenza Asmecomm. Per questo la delibera è stata subito impugnata da Asmel.
In prima battuta il Tar Lazio ha dato ragione all’Anac. Mentre il Consiglio di Stato a settembre ha riaperto la partita, sospendendo l’efficacia della bocciatura di Cantone e chiedendo al Tar Lazio di pronunciarsi di nuovo nel merito della questione, una volta scaduta la proroga che ha congelato l’obbligo di servirsi delle centrali di appalto per i Comuni non capoluogo (termine scaduto il 1° novembre).
Agli occhi dell’Anac la sentenza di Palazzo Spada lasciava dei dubbi sull’ambito di applicazione della sospensiva del provvedimento dell’Autorità che dichiara le gare illegittime: è da considerare valida solo per le procedure in corso o anche per le eventuali nuove gare? Di qui la richiesta di chiarire nel dettaglio i termini della sentenza («ricorso per ottemperanza»). 
La risposta è arrivata con l’ordinanza del 4 novembre con cui Palazzo Spada chiarisce che «la sospensione dell’efficacia del provvedimento impugnato dell’Autorità ha avuto ad oggetto esclusivamente la sua incidenza sulle procedure di gara in corso e non anche sulla futura attività amministrativa di Asmel, che rimane regolata dal suddetto provvedimento nelle more della decisione nel merito della controversia». 
Un dispositivo che salva le vecchie gare del consorzio, ma allo stesso tempo, blocca la possibilità di gestire nuove procedure per conto dei Comuni fino alla nuova pronuncia del Tar Lazio, fissata per il 2 dicembre. Dunque alt alle nuove gare, come chiedeva Cantone. Uno stop accolto senza drammi da Asmel che teneva innanzitutto al salvataggio delle gare svolte finora e dunque «accoglie con grande soddisfazione l’ordinanza del Consiglio di Stato e attende fiduciosa la decisione nel merito da parte del Tar».


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