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Appalti, l’analisi dei rischi dal bando alla verifica finale
Anticorruzione. L’aggiornamento del piano nazionale Anac

Gli appalti sono uno degli ambiti più a rischio per i fenomeni corruttivi e per queste ragioni le misure di prevenzione devono essere strutturate in modo puntuale, sulla base di un’accurata valutazione.
La determinazione Anac 12/2015 sull’aggiornamento del piano nazionale anticorruzione contiene un’ampia analisi dell’area di rischio dei contratti pubblici, focalizzando l’attenzione su tutte le fasi del percorso di acquisizione di lavori, servizi e forniture, e individuando per ciascuna rischi potenziali e possibili misure preventive.
Il presupposto per l’impostazione di misure efficaci è la completa mappatura dei processi, associata però a un’autoanalisi organizzativa, che deve “fotografare” la situazione, permettendo di individuare criticità e punti di forza. I processi devono essere presi in esame per ciascuna delle macro-fasi che compongono la sequenza per la realizzazione di un appalto, rilevando i possibili eventi rischiosi e le anomalie significative, e componendo un sistema di indicatori di rischio e definendo misure specifiche.
L’Anac sollecita le amministrazioni ad analizzare le problematiche della programmazione, che, soprattutto per i beni e i servizi, è trascurata dalle stazioni appaltanti e, per i lavori, se non ben impostata lascia spazio all’intervento “spontaneo” del privato con strumenti spesso impropri. In questa fase, tra gli eventi rischiosi l’Autorità rileva la possibilità che siano inserite nel programma triennale opere volte a premiare interessi particolari, destinate ad essere realizzate da determinati operatori economici.
Anche la progettazione ha molteplici rischi, tra i quali la nomina di un responsabile unico del procedimento in situazione di contiguità con l’esecutore uscente o la fuga di notizie rispetto alla predisposizione della gara, tale da anticipare solo ad alcuni operatori la volontà di bandire la gara o il contenuto dei documenti regolatori della procedura.
Nella fase di selezione del contraente l’Anac configura come elementi rischiosi le possibili manipolazioni della gara al fine di pilotarne l’aggiudicazione,come l’applicazione distorta dei criteri di valutazione per favorire un certo operatore o la nomina di componenti delle commissioni giudicatrici in conflitto di interesse.
Le anomalie significative sono molte e possono sostanziarsi nell’assenza di pubblicità della procedura o nella mancanza di criteri motivazionali sufficienti a rendere trasparente l’iter seguito per la valutazione delle offerte. In questa fase l’Anac individua più volte tra le misure utilizzabili il ricorso all’audit interno su singole sub-fasi.
Anche la verifica dell’aggiudicazione e la stipula del contratto presentano rischi importanti, primo tra tutti l’alterazione o l’omissione dei controlli sui requisiti.
Rispetto alla fase dell’esecuzione del contratto, invece, l’Anac rafforza una posizione più volte espressa, che individua come situazione di forte rischio la carenza di controlli sull’effettivo stato di avanzamento dell’appalto. A questa si associa la nota criticità dell’utilizzo improprio delle varianti, il cui numero nell’ambito dell’appalto potrebbe essere rapportato a un indicatore specifico.
L’Anac evidenzia infine la necessità di analizzare i potenziali rischi anche per la fase relativa alla rendicontazione dei contratti, ad esempio per evitare che alcuni pagamenti sfuggano alla tracciabilità dei flussi finanziari.


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