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Dai fondi «Pon» 827 milioni per attuare la riforma Pa
Risorse Ue. Il ministro Madia: «Piani in sinergia con l’azione del governo»

Il programma operarativo nazionale (Pon) 2014-20 «Governance e capacità istituzionale», che vale 827 milioni di euro di finanziamenti pubblici (per il 70% risorse europee) e comincerà a produrre effetti dal 1° gennaio prossimo, «è uno strumento concreto e operativo per attuare la riforma della pubblica amministrazione». 

A sostenere con forza questo concetto è stata ieri il ministro della Pa, Marianna Madia, alla presentazione ufficiale del Pon Governance (insieme al Pon Città metropolitane) al museo Maxxi di Roma. «Prima i governi non si occupavano dell’attuazione delle leggi – ha detto Madia – e le riforme restavano lettera morta. Ora invece l’attuazione delle riforme è seguita direttamente da questo esecutivo. È cambiato approccio: abbiamo un progetto di cambiamento del paese, renderlo più semplice ed efficiente, e su questo innestiamo le risorse. Da qui la sinergia con i programmi con fondi strutturali». «Gli assi del Pon Governance – ha spiegato Madia – sono anche le quattro priorità della riforma della Pa: cittadinanza digitale, trasparenza e open data, riorganizzazione dello Stato sul territorio, semplificazione». 

Il Pon governance 2014-2020 vale 827,7 milioni di euro, di cui 583,8 a carico dei fondi strutturali europei e 243,9 a carico del bilancio nazionale italiano. Il programma, come per tutti quelli con fondi strutturali, è concentrato sulle regioni del Sud (679,8 milioni), mentre al Centro-nord vanno 102 milioni e alle regioni “in transizione” (Abruzzo, Molise e Sardegna) 45,9 milioni. Il Pon è articolato in quattro assi: 1) sviluppo della capacità amministrativa e istituzionale per la modernizzazione della Pa: 412,5 milioni; 2) supporto dell’attuazione dell’Agenda digitale: 95,7 milioni; 3) rafforzamento della governance multilivello nei programmi di investimento pubblico: 267,2 milioni; 4) assistenza tecnica: 52,1 mln. 

I primi due Assi sono quelli più connessi alla riforma della Pa, perché riguardano la «modernizzazione del sistema amministrativo nazionale». Previsti strumenti per migliorare la gestione del personale, riorganizzare le strutture statali e territoriali (anche in base alla riforma Delrio degli enti locali), rafforzare i processi di semplificazione, aumentare il livello di digitalizzazione dei servizi. In tutto questo uno spazio chiave l’avrà «l’efficienza delle prestazioni del sistema giustizia», con l’obiettivo in particolare di ridurre i tempi di definizione delle controversie e smaltire l’arretrato. 

Gli Assi 3 e 4 riguardano invece soprattutto l’assistenza delle amministrazioni coinvolte nei programmi europei, con l’obiettivo però di migliorare processi e competenze in modo stabile. Il ministro Madia ha poi sottolineato l’importanza della trasparenza nella riforma della Pa («avremo in Italia una delle legislazioni più innovative in materia, al pari di Regno Unito e Stati Uniti»), anche come strumento anti-corruzione e per stimolare una spending review dal basso. 

Ieri al Maxxi è stato presentato anche il Pon per le 14 «Città metropolitane», caso unico in Europa (tra i paesi beneficiari dei fondi strutturali) di piano nazionale destinato alle politiche di sviluppo e competitività delle grandi città. Avrà 892 milioni di euro (588 dalla Ue e 304,8 italiani), di cui circa 40 milioni per ciascuna città del Centro-Nord e transizione (Milano, Torino, Genova, Venezia, Firenze, Bologna, Roma, Cagliari) e circa 90 milioni a testa per Napoli, Bari, Reggio Calabria, Messina, Palermo, Catania. Gli assi del programma sono l’Agenda digitale urbana (152 milioni), il risparmio energetico e la mobilità intelligente (318 mln), i servizi per l’inclusione sociale (217 mln) e le infrastrutture per l’inclusione, soprattutto edilizia sociale (170), più assistenza tecnica per 35,7 milioni. 


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