La scommessa di potercela fare quest’anno con 111 miliardi e di non dover azionare ancora maxi ticket e maxi addizionali. La tenuta della spesa farmaceutica in ospedale e il mistero del reale impatto dei medicinali innovativi. Il peso dei contratti e della stessa contrattazione decentrata. L’ingresso di 6mila tra medici e infermieri neo assunti o stabilizzati. Il rebus dell’effetto dei nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) così come dell’annunciato Piano nazionale vaccini.
Sette incognite
Saranno, almeno, queste sette incognite a gravare sui bilanci di Asl e ospedali nel nuovo anno. E che costituiscono le prime e decisive sfide per le Regioni e i loro bilanci: la sanità, che vale in media quasi l’80% dei conti locali, resta infatti la partita delle partite per i governatori. Una vera e propria mina vagante. A partire dalle Regioni sotto piano di rientro dai disavanzi sanitari, cinque delle quali (Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Calabria) anche commissariate. Ma anche la legge di Stabilità 2016 ha riservato capitoli importanti alla spesa sanitaria, uno degli snodi decisivi per i conti pubblici. Non mancando di cercare di mettere in campo anche la possibilità di azionare leve e meccanismi gestionali sia per risparmiare sia per mettere al riparo i bilanci da cattive amministrazioni. In questa direzione vogliono andare i piani, al massimo triennali, di rientro dai deficit per gli ospedali, con tanto di verifica dei livelli e della qualità dei servizi e di annessa rimozione dei manager inadempienti.
A dare una spinta a trasparenza e “buona spesa”, intendono contribuire gli acquisti di beni e servizi tramite centrali uniche regionali di committenza di riferimento, con procedure che, se aggirate, comporteranno illecito disciplinare e saranno causa di danno erariale. Intanto, si parte con una dote di 111 miliardi: 2 in meno di quanto previsto, ma 1,3 in più del 2015. Sebbene i nuovi Lea comportino una spesa vincolata nel Fondo sanitario per 800 milioni e il nodo del costo dei contratti sia ancora interamente da sciogliere. Aspettando magari che il «Patto per la salute» decolli, anche mettendo in campo le prime misure risparmiose della sanità digitale, e che dal Parlamento arrivino la legge sulla responsabilità degli operatori sanitari contro la medicina difensiva, che la manovra 2016 intanto anticipa con la funzione del risk management in tutte le strutture.
Il fondo anti-dissesto
La legge di Stabilità prevede poi un fondo da 1,9 miliardi con finalità abbatti-debito per permettere ai governatori di tagliare il proprio stock di indebitamento. La fetta più grande, 332 milioni, è indirizzata alla Lombardia mentre al Lazio vanno 223 milioni. Nella gara degli assegni in arrivo dallo Stato, però, è fuori concorso la Sicilia, che vede arrivare 900 milioni (chiedeva 1,4 miliardi)in attesa di concordare con lo Stato la nuova ripartizione delle entrate fiscali in attuazione dello Statuto.