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Lavoratori extra UE: verso nuove regole per lavoratori stagionali e specializzati

La Commissione europea ha presentato, martedì 13 luglio 2010, due nuove proposte legislative con l’obiettivo di semplificare e armonizzare le regole riguardanti l’ingresso di lavoratori extra UE nei 27 Paesi membri. I progetti si riferiscono in particolare ai regimi riguardanti i lavoratori stagionali e il trasferimento di personale specializzato da paesi extra UE. Nel primo caso, la proposta di direttiva riguarda i cittadini di paesi terzi che entrano negli Stati membri per esercitare un lavoro stagionale nel territorio dell’UE sulla base di uno o più contratti a tempo determinato conclusi direttamente tra il cittadino del paese terzo e il datore di lavoro stabilito in uno Stato membro. Nel secondo, invece, la Commissione propone un insieme comune di norme per istituire una nuova procedura accelerata di ammissione (termine di 30 giorni, permesso combinato di soggiorno e di lavoro) a favore di un gruppo ristretto di lavoratori altamente specializzati (“manager”, “specialisti” e “laureati in tirocinio”) provenienti da paesi terzi.
L’importanza del lavoro stagionale e il ruolo che esso ricopre nelle attività economiche nell’Unione è in continua crescita. I datori di lavoro che hanno bisogno di manodopera per lavori stagionali, specie nei settori agricolo, orticolo e turistico, devono ricorrere a lavoratori provenienti da paesi extra UE, dato che sempre meno lavoratori dell’UE sono disponibili per questo tipo di lavoro. Ciononostante, i lavoratori stagionali dei paesi terzi sono spesso sfruttati e costretti a lavorare in condizioni che mettono a rischio la loro salute e sicurezza e spesso sono immigrati illegali. Ecco perché avere un quadro comune e più semplice che offra soluzioni a questi problemi è più che necessario.
Le novità che la proposta intende inserire sono diverse:

La stessa importanza riveste anche l’altra proposta formulata dalla Commissione, ovvero quella relativa al trasferimento di personale specializzato all’interno della stessa azienda (sovente multinazionale) da una sede in un paese terzo in uno degli Stati membri. Per beneficiare di conoscenze specialistiche o competenze non disponibili localmente, le imprese multinazionali devono trasferire nelle loro filiali e succursali nell’UE personale altamente qualificato proveniente da paesi terzi. In alcuni paesi dell’UE ottenere un permesso di lavoro comporta una procedura lenta e complessa e ancheper chi lo possiede può essere difficile spostarsi da un paese europeo ad un altro. Le imprese che vogliono trasferire i loro dipendenti di un paese terzo in un paese dell’UE si trovano di fronte a un insieme di norme e procedurediverse da uno Stato membro all’altro.
Questo ha reso necessario proporre misure che mirino a:


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