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Consigli tributari leggeri
Il ritardo nella costituzione degli organismi previsti dalla manovra non ostacola le attività di accertamento. Lo mette nero su bianco l’Anci-Ifel con una nota che tranquillizza i comuni

Consigli tributari “leggeri” negli enti locali. Almeno a livello di adempimenti. Lo assicura l’Anci che insieme con l’Ifel ha diramato ieri una nota per fare luce sul decreto-legge 31.5.2010, n. 78, convertito con la legge 30.7.2010, n.122, senza l’introduzione di modifiche di rilievo all’articolo 18, che riformula la disciplina della partecipazione dei comuni all’accertamento dei tributi erariali. “La costituzione del consiglio tributario non può costituire una priorità per l’azione comunale in materia di partecipazione all’accertamento”, sostiene la nota, evidenziando che “nessuno dei compiti comunali di cui alla normativa vigente, così come revisionata con l’articolo 18, viene inficiato da un ritardo nella costituzione dei nuovi consigli, né tale ritardo – peraltro ampiamente motivato dalla mancanza di strumenti attuativi del decreto 77/1945 – appare oggetto di sanzione sotto alcun profilo”. Il suggerimento dell’Anci-Ifel è di attuare una regolamentazione comunale che, sulla scorta di esperienze già in atto in Italia, punti a evitare i rischi maggiori derivanti dalla nuova disciplina. In primo luogo, si legge nella nota, “va contenuto l’effetto di espansione dei costi, insito nella creazione di nuovi organi, in un contesto di drastica stretta economico-finanziaria che sta incidendo gravemente sulla stessa autonomia politico-amministrativa dei comuni”. In secondo luogo, va minimizzato ogni aggravio procedurale, salvaguardano l’autonomia e la responsabilità amministrativa, che devono restare saldamente in capo agli uffici delle entrate. In terzo luogo, anche sulla base di scelte integrative che il comune può fare in materia di eleggibilità dei componenti,” deve essere abbattuto il rischio che i nuovi organismi diventino sede di “contrattazione” della politica locale in materia di accertamento dei tributi, con riferimento a questo o a quel settore della platea contributiva”. Insomma, pare proprio che secondo l’associazione dei comuni i consigli siano già una specie di flop tanto che si considera “auspicabile che nei prossimi mesi vengano emanate ulteriori disposizioni di legge, che potrebbero modificare il quadro attualmente vigente”. Due le proposte in tal senso: procedere ad una revisione normativa inserendo la partecipazione all’accertamento dei tributi erariali tra le funzioni fiscali comunali in maniera più esplicita e cogente, piuttosto che puntare alla costituzione di strutture inutilmente obbligatorie; l’obbligatorietà dei “consorzi”, inoltre, dovrà essere necessariamente rivista alla luce dell’avvenuta abolizione di tale forma di associazione tra enti locali.
Per restare in tema di partecipazione dei comuni alla lotta all’evasione va segnalato che oggi a Milano si terrà presso la sede dell’Assessorato al bilancio del Comune la sigla della Convenzione per la partecipazione all’attività di accertamento fra l’Agenzia delle entrate della Lombardia e il Comune di Milano. Nel corso della discussione verranno forniti alcuni elementi sulle attività svolte, in Lombardia, nell’ambito della partecipazione dei comuni alla lotta all’evasione fiscale.


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