MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


Una quota di Ires alle regioni
Fino al 50% dell’emerso agli enti che compiono correttamente gli accertamenti. Lo ha annunciato il Ministro Calderoli, spiegando che i decreti sul federalismo saranno a regime a inizio 2011. Oggi al questione time alla Camera l’UdC spiegherà come i debiti delle p.a. verso le imprese mettono a rischio il federalismo

“Per le regioni una quota Ires a vantaggio di chi compie correttamente gli accertamenti Irap potrebbe essere uno strumento”. Lo ha annunciato ieri il Ministro della semplificazione Roberto Calderoli, parlando nel corso di un convegno a Roma di come potenziare la lotta all’evasione fiscale nell’ambito del federalismo. “L’unico modo per contrastare l’evasione fiscale – ha detto – è far partecipare enti locali e regioni agli accertamenti. Penso che questo ci possa far avere, partendo dal basso, quei risultati che, partendo dall’alto, finora non abbiamo avuto”. Il Ministro Calderoli ha successivamente aggiunto che “la quota Ires da dare alle Regioni potrebbe arrivare al 50% dell’emerso. Ne ho parlato all’Economia – ha detto – e questa è l’idea”.
Calderoli ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento di enti locali e regioni nella riscossione dei tributi come “forma per contrastare l’evasione fiscale” con maggiori risultati. In questo senso, ha sottolineato, nel decreto riguardante il fisco dei comuni sono già presenti “misure premiali” per chi contribuisce all’emersione del sommerso. “La stessa cosa potrebbe esserci per le regioni che devono verificare correttamente gli accertamenti Irap”.
I decreti legislativi attuativi del federalismo fiscale, ha poi auspicato il ministro, dovrebbero essere approvati da governo e Parlamento entro il prossimo mese di febbraio. “Entro ottobre il C.d.M. avrà esaminato tutto l’impianto, poi ci sono i tempi parlamentari. Direi che tra gennaio e febbraio l’assetto complessivo sarà definitivamente approvato”, ha detto, spiegando che la prossima settimana il Consiglio dei Ministri esaminerà il d.lgs. sull’autonomia impositiva delle regioni.
Sui cardini del federalismo, in termini di responsabilità degli amministratori, ha detto la sua anche un altro esponente leghista del Governo, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini. “La Lega sostiene come fondamentale introdurre l’ineleggibilità per il governatore che abbia portato la sua regione al fallimento”, ha affermato a margine di un convegno sull’agenda bioetica del governo. L’esponente del Carroccio ha sottolineato che per la definizione dei costi standard in sanità “siamo in dirittura di arrivo. Dopo aver messo sotto la lente i conti delle regioni – ha spiegato – sono emerse situazioni di cattiva organizzazione che rasentano il reato e non è più possibile accettare ricadute così gravi per i cittadini”. Quanto alla tenuta della maggioranza Martini si è detta convinta che ci sia ancora “un sostanziale consenso al governo nel Paese e in Parlamento”. “La gente ora ci chiede di realizzare le riforme e la posizione della Lega è chiara: siamo qui per portarle avanti e non per occupare sedie senza concludere il mandato che abbiamo ricevuto dai cittadini”.
Oggi intanto al question time della Camera, il gruppo Unione di Centro interverrà sul problema dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione, in particolare dalle regioni, con le imprese fornitrici, che avrebbe un impatto anche sul federalismo a venire. “Invece delle iniziative creative prive delle necessarie risorse finanziarie -spiega Roberto Occhiuto, capogruppo dell’Udc in Commissione finanze della Camera – basterebbe recuperare il ritardo debitorio accumulato dalla p.a., specie dalle regioni, per dare una boccata d’ossigeno alle imprese”. “Parliamo di una montagna di fatture insolute -rimarca l’esponente centrista- per un totale di circa 70 miliardi, che rischia peraltro di compromettere anche i tempi per l’attuazione del federalismo fiscale, perché rappresenta una straordinaria zavorra e un fattore di squilibrio per i bilanci delle regioni”. “Delle due l’una: o il governo decide di affrontare il problema seriamente -conclude Occhiuto- per esempio facendo propria la direttiva del Parlamento europeo di imminente emanazione che stabilisce in 60 giorni il ritardo massimo accumulabile oltre il quale scatterà la penale dell’8%, oppure provvede ad ammainare una volta per tutte la bandiera del federalismo fiscale”.


www.lagazzettadeglientilocali.it