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Federalismo a singhiozzo
Federalismo fiscale regionale la prossima settimana in Consiglio dei Ministri, mentre sul fisco comunale tutto è in stand by. E intanto le comunità montane protestano: niente soldi per gli stipendi

Federalismo fiscale regionale la prossima settimana in Consiglio dei Ministri, mentre sul fisco comunale tutto è in stand by.“Il decreto sul federalismo regionale è previsto in Consiglio dei Ministri per venerdì primo ottobre. Ora parlerò anche con gli altri ministri della richiesta delle Regioni, le quali dicono che a causa dei piani di rientro in sanità non possono occuparsi di federalismo… ma i piani c’erano anche la scorsa settimana”, ha detto ieri il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, al termine della Conferenza Stato-Regioni, a proposito della bozza di decreto sul federalismo regionale. “Con le Regioni – ha concluso Calderoli – continuiamo a fare riunioni tutte le settimane”. Regioni che sono apparse divise tra nord e sud in particolare sulla definizione dei costi standard. Al termine della riunione della Conferenza delle Regioni, i governatori rappresentano un quadro che vede da un lato Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Molise, Abruzzo e Sardegna. Il presidente del Lazio Renata Polverini spiega che “ci sono dei motivi di divergenza per le Regioni del centrosud: per noi, ad esempio, la sperimentazione sulla sanità è troppo penalizzante, e vogliamo vedere davvero come si arriva sui costi standard perché non bisogna mettere in discussione l’unità del Paese. Il federalismo è un processo che tutti vogliamo, ma le realtà delle Regioni sono completamente diverse e richiedono risposte diverse”. Di segno completamente opposto le parole del leghista Luca Zaia, governatore del Veneto: “I treni in corsa non si possono fermare, l’obiettivo è andare avanti a cento all’ora perché al Governo servono i pareri sui decreti. Vogliamo prendere decisioni tutti insieme, ma poi alla fine ognuno risponde per sè”. Sui costi standard, Zaia spiega che “c’è un problema di fiducia”. Mentre l’altro leghista Roberto Cota assicura che il Governo “è disponibile ad un incontro”. Prova a mediare il coordinatore degli assessori al bilancio, il lombardo del Pdl Romano Colozzi: “Si è trovata una sintesi sulla delega, ci si riuscirà anche sui decreti”. Le preoccupazioni del centro-sud sugli effetti del federalismo sui loro bilanci “sono eccessive: se i decreti saranno coerenti con la legge delega non dovrebbero esserci problemi per nessuna Regione perché già nella delega si teneva conto delle differenze e si sono previsti meccanismi per ammortizzare l’impatto della riforma”. “C’è molto da fare” e la Conferenza “si riunirà la prossima settimana in seduta straordinaria per esaminare nel merito i decreti legislativi” che si incrociano con i provvedimenti della manovra del governo “che non ci consente di gestire il 2011”, spiega il presidente dei governatori, Vasco Errani. “Abbiamo discusso su come costruire il percorso per realizzare il federalismo. Siamo tutti convinti che la piena e corretta applicazione della legge 42 consente di tenere un pieno equilibrio e la realizzazione di un federalismo solidale ed equo. Vogliamo – ha aggiunto – la massima chiarezza e concordare con il governo un percorso che consenta alle Regioni di seguire coerentemente la realizzazione del federalismo”. Sui tempi per l’approvazione definitiva del decreto attuativo sulla finanza regionale è di nuova intervenuta la presidente Polverini: “Abbiamo aspettato molti anni e aspettare una settimana in più per trovare la condivisione, anche dentro la Conferenza delle Regioni, perché non si arrivi allo strappo, non cambia molto”. Polverini ha spiegato che “cinque Regioni devono presentare la prossima settimana i piani di rientro, è una settimana decisiva e bisogna evitare un sovvrapposizione, un appesantimento”.
Mentre la commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale non ha ancora ricevuto lo schema del decreto legislativo attuativo della devoluzione fiscale ai comuni (il Consiglio dei Ministri aveva approvato il provvedimento lo scorso 4 agosto), i comuni hanno chiesto lo slittamento della Conferenza unificata sul decreto. I comuni hanno chiesto un rinvio in attesa di ricevere ulteriori documenti che rendano più chiaro il quadro finanziario dal Ministero dell’economia. Il Ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, osserva “dal momento della calendarizzazione ci sono 30 giorni di tempo”. Poi con i cronisti, aggiunge ancora: in ogni caso “io ho fatto presente che per quattro o cinque giorni rischiano di perdere un anno di entrate proprie”. La relazione tecnica del decreto legislativo conferma la presenza di un taglio di 2,5 miliardi di euro dei trasferimenti fiscalizzati (vale a dire quelli permanenti), che nel 2012 passerebbero da 14,46 miliardi di euro a 11,96, vale a dire oltre un sesto in meno, ha intanto denunciato Salvatore Cherchi, responsabile della finanza locale dell’Anci e sindaco di Carbonia. “La posizione dell’Anci è per una massima collaborazione e massima responsabilità, essendo pienamente consapevoli, per il futuro dei comuni, della grande importanza delle nuove norme relative alla devoluzione dei cespiti immobiliari ai comuni”, afferma Alessandro Cosimi, Sindaco di Livorno e coordinatore dei Presidenti delle Anci regionali. “L’impianto c’è ed è apprezzabile – ha aggiunto -. Oltre alla questione della valutazione finanziaria attraverso i dati relativi alle basi imponibili comune per comune dei gettiti statali da assegnare, rimangono ancora aperti alcuni nodi rilevanti che abbiamo posto al Governo e che se troveranno risposta positiva e soddisfacente potranno essere sciolti rapidamente”. “I comuni – ha spiegato Cosimi – vogliono l’attuazione di un autentico federalismo fiscale che riconosca autonomia e responsabilità nell’esercizio della leva fiscale e risorse adeguate ai bisogni delle collettività e dei territori”. Ma Cosimi ha aggiunto: “Non possiamo permetterci salti nel buio, data anche la drammaticità in cui versa la finanza comunale. Sosterremo e approveremo solo un provvedimento che delinea uno scenario affidabile, chiaro e senza incognite per il futuro di tutti i comuni”.
Alla Conferenza unificata aveva già deciso di non partecipare l’Uncem. L’Unione nazionale dei comuni e delle comunità montane l’ha deciso come reazioni alla mancata assunzione di impegno del Governo rispetto alla grave situazione in cui versa la finanza delle comunità montane. Nonostante nel corso della riunione politica del 20 luglio scorso i ministri presenti – Maroni, Calderoli e Fitto – abbiano assunto l’impegno a sbloccare i trasferimenti erariali di parte corrente delle comunità montane, relativi al fondo consolidato e al fondo sviluppo e investimenti, a tutt’oggi non c’è alcun riscontro circa i provvedimenti amministrativi che diano seguito agli impegni politici, denuncia l’Uncem. “La già grave situazione finanziaria delle Comunità montane sul territorio, dove in molti casi i dipendenti non percepiscono da mesi lo stipendio, non ammette ulteriori ritardi” dice il Presidente Enrico Borghi. “Finché non giungerà un segnale concreto da parte del Governo non ci siederemo ai tavoli istituzionali. Ribadiamo ancora una volta ai ministri competenti l’adozione urgente dei necessari provvedimenti amministrativi, per dare concreto seguito agli impegni assunti in sede politica. È inutile discutere di un federalismo municipale che inizierà nel 2014 se a quella data gli enti montani non arriveranno vivi”.


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